Il presidente afghano Hamid Karzai ha duramente condannato la domenica di sangue nell’Afghanistan orientale, dove gli americani hanno sparato sui civili dopo l’esplosione di un’autobomba, e ha ordinato l’apertura di un’inchiesta. Mentre la presidenza rendeva pubblica la nota di protesta arrivava un’altra tragica notizia di una casa centrata da un bombardamento della Nato in risposta al lancio di razzi dei talebani. Altri nove civili sarebbero morti.
Domenica un convoglio Usa è finito in un’imboscata nei pressi di Jalalabad; un’autobomba è esplosa e gli americani sostengono che subito dopo almeno otto uomini armati hanno cominciato a sparare nascondendosi in mezzo alla gente. I soldati avrebbero solo risposto al fuoco per aprirsi un varco, ma il risultato è che almeno dieci civili sono morti. «Karzai ha condannato con forza l’incidente innescato da un attacco suicida che ha indotto le forze della coalizione a sparare sui civili causando la morte di 10 persone», si legge nella nota di protesta.
Le autorità locali della provincia di Nangarhar, dove è avvenuto l’incidente, hanno organizzato un incontro con i capi tribù locali. Un collegamento telefonico con il presidente Karzai ha permesso agli influenti anziani di avanzare le loro richieste di giustizia e risarcimento al capo dello stato. Per questo motivo non ci sono state violente manifestazioni di protesta. Sabato prossimo a Kabul i capi tribù della zona ne discuteranno con Karzai in persona e se non saranno soddisfatti potrebbero esplodere dei tumulti popolari. Molto dipenderà dai toni che useranno in moschea i mullah durante la preghiera del venerdì.
Ieri è giunta la notizia che nove civili, comprese cinque donne e due bambini, sono rimasti uccisi nel crollo di una casa provocato da un bombardamento della Nato. L’incidente sarebbe avvenuto sempre domenica, ma nella provincia di Kapisa a novanta minuti di macchina a nord est di Kabul. I talebani hanno lanciato dei razzi contro un Prt (Centro di ricostruzione provinciale) della Nato scatenando una reazione di artiglieria e un bombardamento aereo contro le fonti del fuoco ostile. Una bomba, secondo il vicegovernatore della provincia, Sayed Daud Hashim, ha colpito una casa provocando la strage.
Secondo il sito Peacereporter, la costola mediatica dell’organizzazione umanitaria Emergency, «25 kamikaze sarebbero pronti a colpire gli edifici dei ministeri a Kabul, nelle prossime 24-48 ore».
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