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L’allarme dell’Fbi: vogliono colpire tre città americane

La polizia in allerta: Al Qaida potrebbe attaccare con autocisterne cariche di carburante New York, Los Angeles e Chicago

Gaia Cesare

Massima allerta, città blindata. L’11 settembre newyorchese, oltre che rievocare la data più tragica della storia contemporanea degli Stati Uniti, vedrà convergere a New York i capi di Stato e di governo di quasi tutti i Paesi del mondo, in vista di un appuntamento cruciale: l’apertura - il 12 settembre - del vertice che getterà le basi della riforma delle Nazioni Unite.
La Grande Mela si prepara a vivere giorni di tensione. E la paura è accresciuta dall’ultimo allarme lanciato dall’Fbi: proprio in occasione del quarto anniversario degli attacchi alle Torri Gemelle, New York e altre città degli Stati Uniti, come Los Angeles e Chicago, potrebbero essere colpite da un nuovo attacco di Al Qaida. La minaccia - ha scritto ieri il New York Times - arriverebbe da una fonte d’oltreoceano, che ha avvertito: camion cisterna carichi di carburante potrebbero essere utilizzati per sferrare un nuovo attacco mortale contro gli Stati Uniti.
Qualcuno sospetta che si tratti del solito avvertimento estivo, che fa gioco alle edicole povere di notizie durante l’estate in città. E la decisione presa dal dipartimento della Sicurezza interna, che ha voluto abbassare ieri il livello di allarme nei trasporti pubblici, portandolo dal giallo all’arancione, cioè dal terzo al quarto livello in una scala che ne conta cinque - sembra avvalorare questa tesi. Alcuni funzionari di polizia a New York e Washington ritengono credibile la minaccia su un nuovo 11 settembre, ma sono scettici sulle ultime notizie relative ai camion-bomba. «L’informazione ci sembra priva di fondamento, e la fonte non ci assicura grande affidabilità. In ogni caso la nostra intelligence sta valutando le informazioni raccolte», ha detto Brian Roehrkasse, portavoce del dipartimento di Sicurezza interna.
Ma la concomitanza di eventi non fa dormire sonni tranquilli agli americani. Il vertice dell’assemblea generale dell’Onu vedrà confluire al Palazzo di Vetro tutti i grandi leader occidentali, compresi Silvio Berlusconi e Jacques Chirac, e coinvolgerà per la prima volta anche il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e il premier iracheno Ibrahim al Jaafari. L’Onu, la polizia di New York e il Secret Service, che tutela l’incolumità dei «grandi» della terra, hanno già adottato le prime misure per proteggere l’area circostante il Palazzo di Vetro. A New York, nel timore che i telefoni cellulari possano essere utilizzati come detonatori a distanza per provocare una strage, si studia anche un piano per bloccare l’accesso alle reti telefoniche nei tunnel che collegano l’isola di Manhattan alla terraferma. Un provvedimento che lascia qualche dubbio: le sveglie dei cellulari - al di là della possibilità degli utenti di usare la rete - possono comunque essere impiegati come detonatori, e sarebbe impossibile impedirne l’utilizzo.
Come avvenuto a Londra in seguito agli attacchi del 7 e del 21 luglio, il dipartimento di Sicurezza ha chiesto ieri collaborazione ai cittadini: «Chiediamo alle autorità statali e locali, ai responsabili dei trasporti e all’opinione pubblica di tenersi in allerta», ha detto il ministro Michael Chertoff. «L’attenzione dei cittadini è importante, e li incoraggiamo a tenere gli occhi aperti e ad avvertire immediatamente le autorità se si accorgono di comportamenti sospetti o della presenza di oggetti incustoditi», ha aggiunto Chertoff.


Ad alzare la tensione ha contribuito giovedì il gesto di un folle: armato di fucili e con circa duecento cartucce, un coltello e una tanica di gasolio, Vernon Welker, un californiano di 59 anni, è stato arrestato mentre tentava di entrare in uno dei parcheggi sotterranei delle Nazioni Unite forzando la barriera di protezione: voleva parlare con Kofi Annan di una vicenda personale.

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