L’alta moda romana va a ruba Svaligiato l’atelier di Gattinoni

Il furto probabilmente è stato eseguito su commissione come quello di due sere fa nella maison di Sarli

L’alta moda romana va a ruba Svaligiato l’atelier di Gattinoni

Schiaffo in faccia all’alta moda. Da ieri abiti storici come un tailleur indossato nel 1951 da Ingrid Bergman nel film Stromboli e i capi portati da Lana Turner nel film Lo specchio della vita sono scomparsi. Probabilmente, già sono in viaggio per i Paesi dell’Est Europa dove il mercato dell’haute couture rubata è fiorente. Dopo il furto avvenuto due notti fa degli abiti di Fausto Sarli, nell’atelier di via Gregoriana, infatti, venerdì notte è toccato alla boutique storica di Gattinoni, in via Sistina.
Il negozio-atelier di due piani della maison romana, che si trova praticamente alle spalle dell’altro preso di mira dai ladri poche ore prima, è stato ripulito di tutti i capi che conteneva. Sparita tutta la nuova collezione primavera-estate, che ha sfilato a gennaio all’Auditorium, quindici abiti d’archivio, tra i quali il tailleur realizzato personalmente da Fernanda Gattinoni per Ingrid Bergman e alcuni vestiti da sposa.
«È un vero colpo per la Gattinoni - spiega l’addetto stampa della maison romana Edoardo De Giorgio - perché non abbiamo saputo quantificare i capi rubati. Dobbiamo ancora fare l’inventario, ma dovrebbero essere circa 200. Il danno peggiore è aver perso quelli d’archivio, che erano custoditi in magazzino. Un valore inestimabile per la griffe e storicamente per tutta la moda italiana».
Stefano Dominella, presidente di Gattinoni e di AltaRoma, ha spiegato che l’allarme è scattato alle 4 di notte ed ha suonato per 6 minuti, tempo in cui sono state viste 4 persone caricare rapidamente gli abiti su un furgone. Il sofisticato sistema d’allarme della boutique non ha scoraggiato i ladri, che sono riusciti a portare a termine il colpo in cinque, sei minuti. Il metronotte, infatti, è accorso subito. Ma era già tardi.
«Io penso che abbiano preso di mira la zona e si tratti di una banda organizzata - dichiara Dominella -. È proprio il caso di dire che l’alta moda va a ruba. Il commissario di zona mi ha confermato quanto sospettavo: si tratta di un furto organizzato da gente di mestiere, su ordinazione. Hanno infatti lasciato tutti gli accessori come scarpe, borse, foulard, prendendo solo capi di haute couture». «Esiste un mercato fiorente dell'alta moda rubata soprattutto nei Paesi dell’Est - conclude Dominella -. In Romania, Polonia, Bulgaria i capi vengono venduti, anzi svenduti, anche a 2mila, 3mila euro. Il danno economico per la maison è ingente. Rimane impossibile quantificare il furto degli abiti storici e d’archivio, che purtroppo non hanno prezzo. Siamo comunque pronti a pagare pur di riaverli indietro. Fortunatamente molti vestiti di Audrey Hepburn, anche quelli di Guerra e Pace erano nei nostri atelier di via Toscana».


Ad aver pianto più di tutti, però, è stata una giovane sposa di Anagni, che ieri è andata all’altare senza l’abito che aveva scelto. Si è dovuta accontentare di un altro vestito della collezione Gattinoni della scorsa stagione, che è stato riadattato per lei in pochissime ore.

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