Roma

«L’Ama non pulisce, noi non paghiamo»

I cittadini s’appellano all’avvocato del Comune che risponde dopo 6 mesi

Alessia Marani

I cittadini domandano, il difensore civico risponde. Ma lo fa dopo più di sei mesi e anziché provare a dare loro una mano, non fa altro che riportare, sterili, le giustificazioni messe avanti dalla municipalizzata tirata in ballo. La questione? Apparentemente «sacrosanta»: a Tor Vergata i residenti del nuovo piano di edilizia 167 («economica popolare») protestano perché costretti a pagare la TARI, tariffa sui rifiuti urbani, sebbene le loro strade non rientrino affatto nel giro di pulizia «ordinaria» effettuata dagli operatori dell’Ama. Insomma: pagano un servizio che, di fatto, non viene loro erogato. Succede anche in tanti altri quartieri di Roma. Come all’Eur o all’Axa e Casalpalocco dove gli abitanti da decenni si sono consorziati ed enti autonomi provvedono alla pulizia quotidiana di viali e marciapiedi. Eppure tutti, nessuno escluso, versa la propria quota pro-capite. A Tor Vergata, il comitato di quartiere inizia la propria battaglia. Chiede (la prima volta lo fa nel novembre del 2003) che nella sezione «variabile» della TARI in bolletta venga loro detratta la voce relativa alla pulizia delle strade. «O almeno - così spiega Maurizio Battisti, coordinatore del Cdq Nuova Tor Vergata - che si possa avere un qualche rimborso».
L’Ama non ne vuole sapere. I cittadini chiedono il parere di un avvocato, pensano di rivolgersi pure al giudice di pace. Ma scoprono che il contratto di servizio stipulato tra Ama e Campidoglio è particolarmente «blindato». Manco a dirlo, a favore della municipalizzata. «In pratica - aggiunge Battisti - nella capitale si creano situazioni di disparità assurde. Esistono cittadini di serie A e di serie B per cui, magari, se si vive in centro, le ramazze dell’Ama passano anche due volte al giorno. Mentre nelle periferie, la pulizia delle strade diventa un miraggio».
A Battisti & Co. non resta che rivolgersi all’estremo difensore dei cittadini, l’avvocato Ottavio Marotta, classe 1930, 50 anni di avvocatura alle spalle, una passione sfrenata per la musica che l’ha visto dal ’99 al 2003 ai vertici di «Musica per Roma», nientemeno che la società di gestione dell’Auditorium, fiore all’occhiello delle giunte Rutelli prima e Veltroni poi. Non solo. L’«ultimo paladino» dei romani alle elezioni amministrative si presenta a capo della lista civica pro-Veltroni. Tanto che l’attuale sindaco pensa bene di ricompensarlo mettendolo alla guida di quell’ufficio che dovrebbe vegliare su sviste, errori e malefatte del Comune nei confronti dei suoi cittadini.
Interpellato a dicembre 2004, Marotta risponde a quelli di Tor Vergata qualche giorno fa: «L’Ama - scrive - da me interessata ha risposto con la nota che segue». Quindi riporta passo passo le spiegazioni « di parte». «La TARI applicata - si legge - trova presupposto nella delibera comunale 25/2003. Ciascun cittadino paga una piccolissima quota della pulizia di tutte le strade di Roma; un addebito per un servizio indiviso alla generalità degli utenti...».

Sic est.

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