Economia

L’America apre il paracadute contro la crisi

da Milano

È come un telo di salvataggio, sorretto ai lati dai pompieri della Federal Reserve e dell’amministrazione Bush. Un gigantesco paracadute con cui l’America prova a proteggere un’economia pericolosamente in bilico sul cornicione, lì dove l’hanno spinta i mutui subprime, la crisi del credito, i prezzi petroliferi e le turbolenze dei mercati finanziari.
Serve una cura, ora che anche i consumi privati cominciano a scricchiolare e convergono tutte al ribasso le stime di crescita per il 2008. La Fed ha una sola medicina da proporre: un altro taglio dei tassi. E il presidente, Ben Bernanke, la prescrive: l’Istituto centrale, ha spiegato ieri durante un intervento in Carolina del Nord, si manterrà «eccezionalmente attento e flessibile» nel determinare la politica monetaria, perché «le tensioni attuali sui mercati finanziari rendono le incertezze più grandi che mai». La sforbiciata al costo del denaro, la terza in tre mesi, verrà dunque decisa nella riunione del prossimo 11 dicembre, e l’anno si chiuderà con i Fed Fund probabilmente al 4,25%.
Il successore di Alan Greenspan non sembra avere alternative: nonostante la spina nel fianco dell’inflazione, deve proteggere l’economia, dove la minaccia di una caduta delle spese private, da cui dipende circa il 70% del Pil Usa, si va facendo tangibile. «La combinazione dell’aumento dei prezzi del gas - ha detto Bernanke -, della debolezza del mercato immobiliare, della stretta delle condizioni creditizie e il calo delle Borse indicano la probabile creazione di venti contrari per i consumatori nei mesi a venire». Soprattutto per le famiglie rimaste intrappolate nei mutui e incapaci di ripagarli. Un problema non solo economico, ma anche sociale, che richiede risposte. Una potrebbe arrivare dal governo federale sotto forma di un congelamento dei tassi di interesse applicati ai subprime. Le cifre in ballo, sulla base di quanto stimato da Bank of America Securities, non sono di poco conto: nel terzo trimestre, prestiti per 85 miliardi di dollari vedranno salire l’importo delle rate; e l’anno prossimo, toccherà a mutui per un valore complessivo di 362 miliardi. La Casa Bianca ha precisato ieri che è «ancora prematuro parlare di nuove iniziative in questa fase» (ad agosto erano già state annunciate una serie di misure contro le insolvenze), ma al tempo stesso ha confermato l’esistenza di un tavolo di lavoro tra rappresentanti governativi e del settore privato per «trovare il modo di aiutare la gente a conservare le loro case».
Giovedì, tra l’altro, il segretario al Tesoro, Henry Paulson, ha incontrato una delegazione composta - secondo alcune indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal - da dirigenti di Countrywide Financial, JP Morgan Chase, Washington Mutual. Queste voci hanno contribuito a ridare la carica ai titoli bancari ieri a New York, che ha però chiuso contrastata (più0,5% il Dow Jones, meno 0,3% il Nasdaq).


Qualche ora prima, le Borse europee avevano concluso la settimana con rialzi attorno all’1% (Milano ha guadagnato l’1,01% e recuperato quasi il 2,4% nelle ultime cinque sedute), grazie alle dichiarazioni di Bernanke sul prossimo taglio dei tassi.

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