Giocano all'amore Romeo e Giulietta di Nacho Duato che, attenendosi fedelmente al testo Shakesperiano, li vuole poco più che bambini. Ma questo gioco nuovo che avvince e seduce è più pericoloso del previsto e, si sa, li porta inevitabilmente alla rovina, tutto senza che quasi se ne rendano conto. Questo è quello che traspare da una coreografia che si esprime ed esplica in senso orizzontale, molto terrena, radente il suolo, dove poche sono le elevazioni e l'attenzione alle figure plastiche della tradizione classica. Non ci sono passi a due stile Mac Millan in cui l'uso delle punte e le prese che portano in alto fanno apparire Giulietta ancora più eterea, qui Giulietta si muove raso il suolo quasi volendo prendere forza dalla terra con la quale sembra giocare con movimenti infantili, assecondata da un Romeo fanciullo che scherza con lei nella scoperta dell'esperienza dell'amore.
Un linguaggio gestuale essenziale e diretto che rende a pieno la tensione drammatica del testo e dello spartito di Prokofiev. Lo stile di Duato eredita a piene mani quella mirabile e ardua fluidità di dinamiche e quella padronanza del corpo che si fa linea e musica allo stesso tempo, ben imparate dal grande Jiri Kylian, sotto la cui ala ha a lungo lavorato formandosi sia come danzatore che come coreografo. La sua danza è un continuum, sempre attento alla bellezza della forma senza però mai cadere nel compiacimento estetico, ma ancor più attento alla dialettica con la musica. I corpi dei danzatori sono sì atletici, ma soprattutto vibranti di un'eccitazione intima che li rende tutt'uno con la musica.
La scelta scenografica dello stesso Duato,ridotta all'essenziale mette ancor più in rilievo la ricchezza dei costumi rimasti invece fedeli all'epoca in cui è ambientata la vicenda e che ben contrastano con il tipo di danza che, pur nel rispetto della formazione accademica, è di stile contemporaneo.
Un eccellente corpo di ballo di trenta elementi svolge un ruolo non certo secondario, in cui ogni elemento ha la precisa funzione di far in risaltare le proprie capacità tecniche ed espressive, vedi il caso dei genitori di Giulietta, ai quali Duato offre un ruolo ampio e determinante.
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