Marcello Chirico
Adesso non sono più boatos. Ora è ufficiale: i cantieri Anas chiuderanno per mancanza di fondi. Ieri il cda ha dato infatti mandato al proprio presidente Vincenzo Pozzi di avviare le azioni di «sospensione dei cantieri», e lo stop inizierà già da luglio, da quando cioè Anas non sarà più in grado di «procedere ad ulteriori pagamenti», come dichiarato in una nota diffusa dalla società.
Questo significa che in Lombardia ora non esiste solo il rischio, ma praticamente la certezza che verranno bloccati lavori e iter progettuali di quasi tutte le principali infrastrutture. Dai cantieri della quarta corsia sullautostrada Milano-Brescia, a quelli sulla bretella Boffalora-Malpensa collegata alla Torino-Milano, il completamento delle opere per il raggiungimento del nuovo polo esterno di FieraMilano, i lavori per la superstrada della Valtellina e, ovviamente, tutti i progetti in essere come BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale Est-Esterna di Milano (Tem) nonostante abbiano già ricevuto tutti il via libera dal Cipe. Ma se persino il ministro alle grandi opere Antonio Di Pietro dichiara che «il Governo non ha nemmeno gli occhi per piangere», significa che la situazione è davvero critica.
Lo conferma pure la riunione urgente convocata ieri, al Pirelli, da Roberto Formigoni proprio per fare il punto col proprio staff tecnico sullemergenza infrastrutture, annusata dal governatore sin dai giorni delle prime mezze dichiarazioni dei neo-ministri prodiani e, adesso, certificata dallannuncio dellAnas. Che in Lombardia ha partecipazioni su gran parte dei cantieri in essere o in progress. Alla fine potrebbero salvarsi solo le opere per le quali esiste una concessionaria, tipo Pedemontana o BreBeMi, anche se proprio nel caso della nuova direttissima Milano-Bergamo-Brescia la realizzazione delle opere accessorie (svincoli e quantaltro) è stata garantita proprio dallAnas. A cui Regione Lombardia ha «prestato» Claudio Artusi, tra gli artefici del nuovo Polo fieristico milanese e ora direttore generale dellazienda, dalla quale sembra però intenzionato a venir via. La spia della pessima situazione finanziaria in cui versa lEnte.
«Una situazione difficile - commenta il sottosegretario regionale ai trasporti Raffaele Cattaneo - nota da tempo, ma non nelle dimensioni descritte ora da Di Pietro. Il buco finanziario un anno fa era di 1,2 milioni di euro adesso supererebbe addirittura i cinque. Non vorrei che tutto questo fosse unoperazione strumentale dellattuale governo, che le strade non le vuole costruire e allora si difende dicendo che non ci sono i soldi per poterle realizzare».
Sempre ieri Legambiente e sindaci coinvolti nella realizzazione di Tem e BreBeMi hanno aderito al «patto» per dotare Milano di nuove infrastrutture. Però, a una condizione: che si concordino le priorità.
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