L’Antitrust multa l’Eni per 290 milioni

Il gasdotto dall’Algeria dovrà essere potenziato entro il 2008

Paolo Giovanelli

da Milano

Sull’Eni si abbatte l’ira dell’Antitrust. La sanzione è più pesante del previsto: la più importante a un signola azienda italiana, seconda in Europa solo a quella inflitta a Microsfot. E questo nonostante uno «sconto» di 100 milioni: 290 milioni di euro di multa per abuso di posizione dominante e l’obbligo di aumentare la capacità di trasporto del gasdotto trans-tunisino (quello che porta in Italia il gas algerino) di 6,5 miliardi di metri cubi l’anno entro il 1° ottobre 2008, cedendola poi ad altri operatori. L’abuso consiste «nell’aver interrotto la procedura di potenziamento del gasdotto avviata da tempo». E sul comportamento dell’Authority guidata da Antonio Catricalà ha forse pesato la crisi del gas. La società dovrà suddividere in due tempi l’aumento di capacità di trasporto del gasdotto: un primo incremento dovrà essere di 3,2 miliardi di metri cubi e dovrà essere realizzato entro il 1° aprile 2008, il secondo passaggio dovrà essere di 3,3 miliardi entro il 1° ottobre dello stesso anno. In tutto, appunto, 6,5 miliardi di metri cubi di capacità di trasporto aggiuntiva.
La multa si riferisce all’«abuso accertato» che avverrà dal marzo 2007 all’aprile 2008: per questo primo anno l’Antitrust quantifica il mancato ingresso in Italia in 6,5 miliardi di metri cubi, che si aggiungono a 3,3 miliardi tra l’aprile e l’ottobre 2008: «L’effetto cumulativo della pratica abusiva è dunque pari a 9,8 miliardi di metri cubi di gas su un periodo di 19 mesi» afferma l’Autorità. In altri termini, 9,8 miliardi di metri cubi che mancheranno all’appello nei momenti di emergenza, o comunque durante l’anno. «Si tratta di un volume di gas notevole - commenta il comunicato - sia se rapportato al fabbisogno annuo di gas (pari a 80 miliardi di metri cubi nel 2004 e circa 86 miliardi nel 2005), sia se rapportato alla quota approvvigionata da Eni (pari a 53 miliardi di metri cubi nel 2004)». Secondo fonti del gruppo petrolifero, attraverso il Trans Med (il gasdotto incriminato) sono passati nel 2004 circa 18,9 miliardi di metri cubi di gas, una cifra che potrebbe essere salita a 20 miliardi nel 2005, anno per il quale non si hanno ancora i dati definitivi.
In un comunicato emesso in serata l’Eni, che ha annunciato che farà ricorso al Tar, ha ricordato di aver «presentato all’Autorità, nel corso del procedimento, una serie di misure a favore della concorrenza consistenti nei potenziamenti dei gasdotti Ttpc (con l’Algeria, ndr) e Tag (con la Russia, ndr) da realizzarsi nei minimi tempi tecnici possibili e che ha già avviato le relative procedure. L’Autorità ha riconosciuto la validità degli impegni presentati, che hanno determinato la riduzione della sanzione».

Un modo chiaro per segnalare l’addio ai tempi dell’ex ad, Vittorio Mincato, e la svolta del suo successore, Paolo Scaroni, che sembra aver inaugurato un nuovo corso nei rapporti con l’Antitrust. Ma non è bastato a evitare che l’Antitrust presentasse il conto di vecchie pendenze.

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