L’appello dei Dc: «Casini davanti e gli altri dietro»

(...) e autorizzato Pizza a fregiarsi dello storico marchio di fabbrica. Ne è seguita una lite, proprio nel momento in cui le due anime parevano disposte a mettere da parte la diatriba e avviare la riunificazione. Nella prospettiva, perché no?, di aggregare anche l’altra frangia - anzi, partito - della Democrazia cristiana per le autonomie di Rotondi, deputato stabilmente ancorato alla Casa delle libertà. Spiega Graziano Crepaldi, commissario ligure della Dc di Pizza: «Sandri è un carrarmato, non vuol capire che ha perso. Noi comunque non stiamo a sinistra. L’obiettivo è: Casini davanti, e tutti gli altri dietro. Facciamo un passo indietro, e mettiamoci insieme. Potremmo prendere il 30 per cento dei voti alle politiche!». Replica Sandri: «Ci vuole rispetto per la democrazia interna. Ci conteremo al prossimo congresso. Noi siamo sempre favorevoli a un accordo. Ma l’abbraccio con l’Unione è inaccettabile». Non è finita: all’orizzonte, remano, chi per la riunificazione, chi per mantenere l’identità esclusiva, altre frange - pardon, partiti - che si richiamano all’interpretazione autentica della politica democristiana. Fra i più movimentisti, ci sono «Rifondazione Dc» di Publio Fiori, e «Partito Democratico Cristiano» di Prandini.

Senza contare che la Dc di Sandri ha aderito all'iniziativa lanciata da De Gregorio che, dopo aver costituito il «Movimento Italiani nel Mondo», ha dato vita all’iniziativa politica denominata Federazione di Moderati, con l'obiettivo di superare il bipolarismo. Casini davanti e gli altri dietro. Appunto.

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