«Larte per una vita»: foto, dipinti e lettere raccontano Capranica
2 Giugno 2005 - 00:00Sono dieci i suoi dipinti conosciuti fino a oggi
Silvia Castello
Giorgio Capranica del Grillo sarà protagonista dellesposizione «Larte per una vita» a cura di Roberta Semeraro, autrice del bel romanzo che dà il titolo alla rassegna allestita al Museo Boncompagni Ludovisi con una imponente scenografia. Sulle pareti affrescate delle sale espositive sono proiettati i video del regista Marco Agostinelli. Immagini digitali, voci narranti e valzer di Strauss scorrono come una quinta teatrale su dipinti, fotografie, oggetti, lettere e documenti depoca provenienti dalla collezione privata di Maria Adelaide Capranica del Grillo e dalla Galleria Nazionale dArte Moderna, nucleo che ripercorre lo sviluppo artistico del celebre personaggio dedito al disegno fin da bambino. La trama attinge dalle riprese fatte nellarchivio e nelle residenze di famiglia che interagiscono con il cinema di Luchino Visconti. È lavvento del Regno dItalia: ecco il marchese accompagnato dalle figure fondamentali della sua vita, il padre Giuliano cui dedicherà il saggio di studi darte, la sorella Bianca e la madre Adelaide Ristori, diplomatica ed étoile della Drammatica Compagnia Italiana, che in tournée gira il mondo in venti mesi: inizia da Rio de Janeiro e arriva in Australia; sarà anche a San Pietroburgo in missione per Cavour. In questa mostra si riafferma nelleleganza dei suoi costumi di scena provenienti dal Museo civico dellAttore di Genova e per la prima volta esposti nella capitale. Nel 1874, Capranica del Grillo decide di dimettersi dallincarico di gentiluomo di corte presso i Savoia e parte per Parigi dove approfondirà le sue conoscenze artistiche. Firma le sue opere Monsieur le Marquis Georges del Grillo: è il periodo verista alla maniera di Antonio Mancini. Insieme allamico frequenta la Maison Goupil, prima espressione imprenditoriale nellarte della nuova borghesia, Leon Bonnat e Giovanni Boldini. L'epistolario dellarchivio documenta inoltre che al suo rientro a Roma, avvenuto dieci anni dopo, cominciò un vero e proprio mecenatismo; egli diventerà anche socio azionista nella società Amatori e Cultori di Belle Arti. Fino al 1894, prima di sposarsi e di ritornare così agli incarichi ufficiali, il marchese continuerà a dipingere nel suo atelier di Palazzo Capranica in via Monterone dove visse, probabilmente raffigurato - per la preziosità e la ricercatezza degli arredi - nel quadro Interno con fanciulla.