Gianni Baget Bozzo
Il presidente Bush ha definito il rapporto con Berlusconi come una alleanza strategica che va anche oltre il ruolo istituzionale del leader di Forza Italia. Le espressioni usate da Bush indicano un riferimento ai nuovi problemi innanzi a cui sta oggi la politica americana dopo le scelte operate dallattuale presidenza. La strategia consiste nel comprendere che levoluzione interna al mondo islamico ha posto un problema che non riguarda solo lOccidente e di cui il terrorismo è solo la forma estrema.
La tendenza a porre lIslam come soggetto unico mondiale ha un aspetto utopico, ma è lutopia costitutiva ed originaria dellIslam medesimo, il fascino permanente di una comunità che esca fuori dalle contraddizioni della storia.
Si può giudicare un errore strategico o no la guerra irachena, ma il problema che si è posto così è il vero problema che abbiamo dinanzi: quello di organizzare una convivenza del mondo occidentale con lIslam che si pone come alternativo ad esso. E ciò mentre avvengono altri fatti come lemersione economica dei grandi Paesi asiatici che crea un altro polo rispetto allOccidente e quindi obbliga a una strategia mondiale che non ha più lalleanza tra Europa e America come il fattore di per sé risolutivo.
Quello che Berlusconi ha compreso è che i rapporti dei Paesi europei con gli Stati Uniti andavano considerati al di fuori della logica della Guerra Fredda e del confronto con i sovietici, ma rimanevano egualmente centrali in un quadro assai diverso, in cui operano fattori politici estranei alla storia dellOccidente, ma coinvolti in essa dalla unità della società economica mondiale.
Gli stessi Paesi europei che avevano scelto una linea neutralista nei confronti della guerra irachena si sono trovati confrontati dalla questione iraniana, che è anchessa una risposta al problema politico sollevato da Bin Laden, cioè a quello della figura dellIslam come identità mondiale contrapposta allOccidente. Il nuovo fatto ha obbligato Francia e Germania ad assumere una posizione netta, Chirac ha parlato delluso della dissuasione nucleare francese e Angela Merkel ha paragonato il presidente della Repubblica iraniana alle posizioni del nazismo per le sue dichiarazioni sulla cancellazione di Israele dalla carta geografica del Medio Oriente.
Berlusconi ha capito che lEuropa non poteva che affrontare il medesimo angolo di visione degli Stati Uniti e questo comportava una unità di fatto decisa a manifestarsi con atti di solidarietà evitando ogni tendenza neutralistica.
Il non aver compreso le nuove ragioni della solidarietà atlantica ha diviso lUnione europea e ha determinato paradossalmente una ripresa dei fattori nazionali. Protagonista di questa ripresa è stato proprio il Paese che aveva costruito lUnione europea a sua immagine, cioè la Francia. E non è un caso che il leader dellUnione, Romano Prodi, che aveva criticato la politica del governo Berlusconi per scarso europeismo, abbia reagito immediatamente al blocco francese alliniziativa dellEnel annunciando misure di ritorsione e facendolo su riviste straniere. Poi Prodi ha annacquato le sue reazioni, ma è rimasto ben evidente che i rapporti tra i paesi dellUnione non possono essere considerati solo un potenzialmente di vincoli istituzionali. Questa in fondo è soltanto politica interna europea.
Quello che si richiede è il ristabilimento di una politica verso il mondo islamico omogenea, capace degli scontri e dei compromessi e ugualmente inevitabili, ma che devono diventare un punto di riferimento dei Paesi dellOccidente. La prospettiva dellUnione europea è stata una politica di illusionismo istituzionale europeo, pensando ancora che laumento dei vincoli federanti siano il vero problema dellEuropa di oggi. Di fronte alla sfida cinese e alla sfida dellislamismo politico, lEuropa deve assumere un atteggiamento comune e uscire dalla linea debole adottata nei confronti di ambedue le questioni. Ciò condurrebbe lUnione europea a politiche più vicine a quelle americane, sia sul fronte delle esportazioni cinesi che della sfida islamista. Berlusconi ha confermato la linea dellItalia proprio nel momento in cui il conflitto interislamico causato dallislamismo politico con mezzi terroristici ha raggiunto il conflitto tradizionale tra sunniti e sciiti, facendo delle questioni dottrinali islamiche un fattore della politica mondiale.
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