L’assessore sacrificato sul piatto del Pdl

L’assessore sacrificato sul piatto del Pdl

Se a Roma il centro-destra nazionale è in preda a seri conflitti interni, anche quello milanese non scherza. Il «congedo» dell’assessore Croci da parte del sindaco Moratti non è dovuto tanto alla impopolarità della sua creatura, l’Ecopass, né - come sostenuto ieri - al «completamento del suo mandato», quanto a una serie di manovre politiche più o meno sotterranee intese a fare rientrare donna Letizia in una più stretta logica di coalizione, a soddisfare gli appetiti dei consiglieri comunali del Pdl e - in ultima analisi - a riconciliare la Giunta con una opinione pubblica sempre più critica in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Per capire la portata di questo nuovo terremoto a Palazzo Marino, bisogna ricordare che Croci, proveniente dalla destra del vecchio Pli, non era candidato alle elezioni comunali né in Forza Italia, né in An né nella Lega, ma proprio nella «Lista Moratti». Perciò, per quanto qualificato «tecnico», era all’inizio l’assessore più vicino al sindaco dopo Mariolina Moioli. Infatti, anche grazie alla sua esperienza di ex presidente dell’Arpa e di docente della Bocconi di materie ambientali, ottenne alcune delle deleghe più importanti ed impegnative e successivamente fu autorizzato a introdurre nella politica del traffico novità senz’altro interessanti, ma molto controverse. Con questo ha raccolto consensi soprattutto tra gli ecologisti, ma suscitato anche ostilità e invidie che si sono accumulate attraverso i mesi e gli hanno reso la vita difficile tanto con il Pdl, quanto, e ancor più, con la Lega. Per lungo tempo, donna Letizia ha continuato a difenderlo, tant’è vero che nell’opuscolo sulle «cose fatte» inviato recentemente alla cittadinanza quasi metà dello spazio era dedicato ai risultati del suo impegno. Ma a fine ottobre, con la pressione che saliva soprattutto sui problemi della circolazione, la Moratti ha ritenuto opportuno togliergli la delega al traffico per assegnarla al vice-sindaco De Corato. Era, in un certo senso, un tentativo di salvataggio, ma non è bastato, anche perché gli avversari hanno tirato fuori dal cilindro un articolo in cui - a loro dire - prendeva le distanze da Berlusconi. Prima del vertice della scorsa settimana con i responsabili della coalizione, il sindaco ha perciò convocato Croci per proporgli una uscita «morbida», sotto forma di trasferimento a un altro importante incarico nel settore ambientale. L’assessore ha dato il suo assenso, ma non si aspettava una conclusione così repentina. Ora, comunque, si accavallano le domande.

Donna Letizia esce o no indebolita da questa vicenda? La sua prossima iscrizione al Pdl, dopo quindici anni da indipendente in cui è stata prima presidente della Rai, poi ministro dell’Istruzione e infine sindaco di Milano, le garantisce o no in via definitiva la candidatura a un secondo mandato, che le consentirebbe di arrivare all’Expo? L’assegnazione della poltrona di Croci a Paolo Massari, consigliere comunale di lungo corso che la Moratti ha definito ieri «capace di rapportarsi meglio alla città», basterà o no a soddisfare il gruppo consiliare del Pdl, che nelle ultime settimane aveva manifestato fin troppo chiaramente il suo malcontento e a indurlo a un maggior impegno per l’approvazione di una serie di delibere molto importanti? Infine, che fine farà l’Ecopass, di cui ieri il sindaco ha ribadito l’utilità, sotto un nuovo assessore certamente più vicino agli automobilisti del suo predecessore? Una cosa è certa: le turbolenze a Palazzo Marino non sono finite con l’uscita di Croci.

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