Caro Granzotto, anche questanno la trasmissione Rai di Radio2 Caterpillar ha lanciato la manifestazione «Millumino di meno» invitano la popolazione al «silenzio energetico uniti nellenergia pulita». Se non lo sapesse, si tratterebbe di spegnere per un quarto dora luci e altri apparecchi alimentati a elettricità «sporca». Tutto questo per ricordare che siccome è possibile produrre energia con il sole, il vento, il mare, il calore del terreno o le biomasse, si può fare a meno di quella tradizionale (significherebbe un «uso intelligente» dellenergia). Ha aderito anche il presidente Napolitano, annunciando che dalle 18 alle 18,15 rimarrà spenta lilluminazione della facciata esterna del Palazzo del Quirinale. E ha aderito anche il sindaco Alemanno. Sarà, ma io la trovo una baggianata. Abito allottavo piano e siccome lascensore non marcia con i pannelli solari e non ho più le gambe di una volta, seguiterò a fare uso stupido dellenergia. Lei che ne dice?
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Dico che fa benissimo, caro Silvestri. Quella promossa da Caterpillar - che poi sono dei mirabili mostri meccanici che vanno avanti a bidonate di carburante, mica grazie alleolico o al solare - è una delle tante smancerie ambientaliste fiorite negli anni del trionfo di Al Gore e della siderale panzana del riscaldamento globale di origine antropica. Ricorda? Quando si esortava la parte torda del popolo a lavarsi ogni due settimane e a cambiarsi la biancheria ogni mese e mezzo, questo per alleggerire la propria «impronta ecologica». E siccome una panzana tira laltra, col «Millumino di meno» si vorrebbe dar ad intendere, sempre alla parte torda delle nazione, quella che si beve tutto, che lenergia verde è alternativa a quella grigio sporco. Del solare si sa: buono - e solo destate - a riscaldare lacqua dei boiler. Delleolico ho imparato, invece, una cosa. La tivvù satellitare manda in onda un bel programma, Grandi progetti si chiama, dove di volta in volta si seguono gioie, dolori e peripezie di coppie alle prese con la progettazione e ledificazione della loro casa ideale. Bene, una settimana fa mi son goduto lavventura di un architetto cinquantenne che intendeva edificarsi una villetta nei sobborghi di Londra. Villetta «autosufficiente», il che vuol dire ecologicamente allavanguardia. Salvo il minimo di cemento necessario, tutto il materiale era rigorosamente «naturale» o di recupero (lossatura del muro di cinta era costituita da centinaia di vecchi copertoni, per dire). I vetri speciali avevano la caratteristica di catturare e immagazzinare calore. Il riscaldamento era di tipo geotermico, tratto dal calore del terreno. La coibentazione formata da cascami di vello di pecora e vecchia carta di giornali. Metà del tetto era coperto da pannelli solari. Il resto da terriccio seminato a erba. Non uno spiffero: tutto sigillato ad arte. Fuori, in giardino, larchitetto aveva poi innalzato una turbina eolica, necessaria per produrre lenergia (pulitissima) per frigorifero, televisore, frullatore, tostapane, phon e altri elettrodomestici, ivi comprese le stufette (lenergia geotermica assicurava al massimo 16 gradi, pochini per le fredde notti invernali). Una turbina, dunque, ma non le girandole che si vedono nelle pubblicità: un mostro alto una ventina di metri. Tornato a dare unocchiata alla casa (bella, devo dire) finita e abitata, il presentatore della trasmissione notò che il mostro non agitava le sue pale. «Sì, è fermo. Ma tanto lo smantello», spiegò larchitetto. «Il motore consuma più elettricità di quella che produce, il rumore si fa sentire, seguita a incepparsi per cui è più fermo che in moto, capita davere anche una settimana di calma di vento... purtroppo mè costato una bella cifra, ma me ne sbarazzo con sollievo. Ora sono allacciato alla rete elettrica...».
Paolo Granzotto
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