«Stiamo vivendo giorni paradossali: da una parte fonti ufficiali ci mandano notizie negative sulleconomia reale, dallaumento della cassa integrazione alle stime dellIstat sul Pil in calo, dallaltra i mercati finanziari sono in rialzo. È leffetto del riassestarsi del sistema». È il giudizio di Donato Masciandaro (nella foto), direttore del dipartimento di Economia politica dellUniversità Bocconi, sulla crisi che stiamo attraversando, anche a livello psicologico.
Come spiega i giudizi contrapposti sullemergenza economica?
«Cè una situazione di grande incertezza, aumentata dallaccavallarsi di notizie buone e cattive. Le istituzioni, in particolare, continuano a produrre annunci e dati troppo frequenti e non coerenti, perché ciascuno cerca il suo proscenio: sarebbe meglio dare meno annunci, ma più coerenti. Altrimenti, si rischia di mancare ai grandi appuntamenti».
Può farmi un esempio?
«Il G20 che si terrà in aprile a Londra, su cui cè molta attesa, dovrebbe rispondere a tre grandi interrogativi: quale sarà il futuro modello di banca? Come si regolamenteranno le attività bancarie con lo stato più forte? Chi controllerà questo sistema? Invece, il G20 ha annunciato che si occuperà di paradisi fiscali, hedge fund e agenzie di rating, temi importanti ma non fondamentali. Ma se mancano i grandi quesiti non si possono avere grandi risposte».
E perché avviene questo?
«Perché nonostante la situazione eccezionale, i governanti, sia negli Usa che in Europa, ragionano con unottica di breve periodo, legata al consenso elettorale, che oltretutto in ogni Paese ha orizzonti temporali diversi, anzichè cercare le risposte vere. E se emergono osservazioni giuste, come è avvenuto al G20 di Washington, poi non sono seguite da misure concrete, quindi sono inutili».
Ma i piani anticrisi sono stati fatti.
«Il risultato più concreto è stato laumento della presenza dello Stato nelleconomia, anche in forme inedite, come gli osservatori statali in Italia e Francia sulle banche. Una scelta che in situazioni di crisi eccezionale è inevitabile, anche se si poteva agire in modo meno disordinato. Ma nelle regole ancora non è cambiato nulla».
Che cosa invece dovrebbe cambiare a questo proposito?
«Occorrerebbero misure chiare riguardo ai mercati finanziari, basate sui principi di trasparenza, corretti incentivi e competizione, che, soprattutto negli Usa, sono mancati, perché la politica ha prevalso sulle regole, e continua a farlo, anche perchè sono rimaste le stesse persone ai posti di comando, da Bernanke a Geithner. Leconomia di mercato non va rinnegata, ma fatta funzionare: ci vogliono politiche che siano vere soluzioni di continuità col passato».
Come vede il futuro?
«Quanto meno leconomia mondiale sarà legata a quella americana, tanto più in fretta saprà riprendersi.
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