L’elogio di Napolitano: grazie al governo strade pulite

Non devono essere i giudici a portarci fuori dalla bufera

nostro inviato a Napoli

Sotto il vulcano, aspettando l’imminente eruzione giudiziaria che potrebbe sommergere Palazzo San Giacomo, puntando tutto sulla «Napoli laboriosa e delle eccellenze che io amo». Ma Giorgio Napolitano non si fa troppe illusioni, sarà difficile cancellare «le pesanti criticità che offuscano l'immagine e le prospettive di sviluppo». E se adesso le strade della città sono più pulite grazie «all'azione risoluta» del governo, le strade della politica sono ingombre di macerie. C’è, spiega, una questione morale. Il capo dello Stato è addolorato per il caso Nugnes, l’ex assessore suicida dopo essere stato indagato per gli scontri di Pianura, «un epilogo tragico che ci turba e ci scuote umanamente». Però avverte: «È assolutamente indispensabile che cambino i comportamenti di tutti i soggetti pubblici e privati che condizionano negativamente il miglior uso, secondo l'interesse generale, delle risorse disponibili per il Mezzogiorno».
Sprechi, scandali e ruberie. E le mani della camorra. «Bisogna riconoscere - incalza il presidente - che accanto al potenziamento dell'azione già notevole dello Stato contro la criminalità organizzata, specie nella sua dimensione di potenza economica, occorre mettere in discussione la qualità della politica, l’efficienza delle amministrazioni pubbliche e anche l’impegno ad elevare il grado complessivo di coscienza civica». Bisogna lavorare sodo e dare il buon esempio: «L’insufficienza moltiplica le difficoltà e favorisce le degenerazioni».
Sono gli strascichi, le onde lunghe «della penosissima emergenza rifiuti che richiedeva azioni risolute contro cieche resistenze e palesi illegalità». Ora, dice Napolitano, quell’azione «è finalmente giunta» e sulla spazzatura si è fatto parecchio. «I risultati di sforzi concentrati ed energici non sono mancati e si vedono le condizioni per procedere verso soluzioni esaurienti e durevoli». Ma il quadro generale della Campania «è ancora luci e ombre, fatto di potenzialità e contraddizioni, di volontà di rilancio e di ostacoli vecchi e nuovi». L’accusa del capo dello Stato è rivolta ai governi nazionali che si sono succeduti. Ma anche, forse soprattutto, ai tre lustri bassoliniani. Servono «nuove determinazioni». Ed è un peccato, aggiunge il presidente, che Napoli e il Meridione non riescano a riscattarsi, perché, vista «la grave e delicatissima crisi finanziaria» che ci sta investendo il Sud potrebbe essere la chiave per risollevare tutto il Paese. Troppi tagli e troppo poco mirati, ci sarebbe invece bisogno di «interventi pubblici specifici» non solo per «alleviare le condizioni di chi già vive il condizioni di persistente arretratezza», ma proprio per trasformare il Mezzogiorno in un volano per l’economia italiana.

Partendo da quei punti di eccellenza che pure sotto il vulcano esistono. «È la Napoli del lavoro e della cultura - dice agli operai dell’Alenia -, la Napoli pulita e attiva che può garantire il nostro e il vostro futuro».

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