L’Enel scommetterà più di 2 miliardi sulle energie rinnovabili

L’ad Conti: in Italia saranno investiti 1,3 miliardi. Inaugurata una centrale eolica in Sardegna. Progetti con Russia e Francia

Paolo Giovanelli

nostro inviato a Olbia

«L'allarme del ministro Bersani per una possibile nuova crisi del gas è giustificato: nel prossimo inverno nuove tensioni sono prevedibili. Il gas è sempre più utilizzato per la produzione di energia ed è giusto mettere un tetto come vuole il ministro all'uso del gas per il termoelettrico. Per questo diventa sempre più necessario diversificare verso il carbone, senza dimenticare le fonti rinnovabili»: lo ha detto ieri l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti in occasione dell'inaugurazione del più grande impianto eolico del gruppo.
La nuova «centrale» eolica si trova a Sedini, in provincia di Sassari, ed è composta da 36 aerogeneratori (i «mulini a vento» che producono elettricità), ognuno da 1,5 megawatt di potenza. In tutto 54 Mw in grado di produrre 90 milioni di chilowattora l'anno: in pratica l'elettricità necessaria per 33mila famiglie. L'Enel ha già in funzione altri tre impianti eolici, per un totale di un centinaio di megawatt. Entro il 2010 investirà 2,3 miliardi di euro nelle energie rinnovabili: idroelettrico, eolico e geotermico. Circa 1,3 miliardi in Italia, il resto negli Usa, America latina, oltre che in Spagna (assieme a Union Fenosa) e Slovacchia. Entro quattro anni nasceranno nuove centrali ad energie rinnovabili per 300 Mw: 150 di eolico, un centinaio di geotermico e una cinquantina di idroelettrico. Un contributo non enorme (una media centrale termoelettrica ha una potenza di 800 Mw), ma importante perché permette di abbattere le emissioni nell'atmosfera (e di rientrare nei limiti stabiliti dal protocollo di Kioto). Il vero problema è che in Italia nessuno vuole le centrali, neppure quelle eoliche: Sardegna (soprattutto) e Puglia hanno introdotto una moratoria sui nuovi impianti. Sedini è l'ultima centrale che è stato possibile costruire, altre due sono state fermate già in fase avanzata: e la Sardegna è la regione più ricca di vento. Solo la Sicilia continua a permettere la costruzione di nuovi impianti. Sul fronte idroelettrico, i fiumi italiani sono già sfruttati a fondo. E una normativa Ue, che impone di rilasciare un minimo di acqua delle dighe per mantenere «vivi» i fiumi, crea problemi: entro il 2008 la potenza disponibile scenderà del 12% rispetto a quella attuale, per salire al 25% nel 2016. Enel correrà ai ripari rinnovando le turbine: dal 2003 al 2005 sono stati ripotenziati impianti per 307 Mw, entro il 2010 ci saranno lavori per altri 400 Mw.
Diversa la musica all’estero. Così, costituendo una società con la spagnola Union Fenosa, Enel ha acquisito nella Penisola iberica impianti eolici per 700 Mw e progetta di investire 850 milioni entro il 2010. «Puntiamo sul vento anche in Francia - ha detto Conti - sono in corso discussioni avanzate con un realizzatore di parchi eolici»: l'Enel punta a nuove centrali eoliche per 500 megawatt investendo circa mezzo miliardo di euro.

Infine la Russia: «Per noi è una frontiera importante di sviluppo - ha affermato Conti - Mosca ha un crescente bisogno di ammodernamento su tutti i fronti: nei prossimi anni vuole costruire centrali termoelettriche a gas per 24mila Mw con investimenti per 55 miliardi di euro. E ci sono anche possibilità nello sviluppo della rete elettrica».

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