"È l’ennesima sòla di Prodi"

Il politologo bolognese Gianfranco Pasquino, coscienza critica della sinistra: "La vicenda Delbono frutto di una serie di errori iniziata 11 anni fa. Oggi è chiaro a tutti cos’è il Pd: un’operazione senza sostanza, falsata in partenza"

"È l’ennesima sòla di Prodi"

Il professor Gianfranco Pasquino oggi può dire: l’avevo detto.
«L’avevo detto e confermo»

Di Flavio Delbono disse: «Lo candidano perché è l’unico che, se vince, libera ben tre poltrone: assessore al Bilancio, vicepresidente e consigliere regionale».
«E adesso ne libera un’altra di poltrona, per fortuna».

L’ormai ex sindaco però ha detto: mi dimetto da innocente.
«Questo lo dirà il processo».

Per ora siamo alle indagini.

«Questa è una brutta storia. Delbono in Regione era assessore al Bilancio, non poteva non sapere che quelli che usava erano soldi pubblici. E poi il tempo che ha sottratto all’amministrazione, i suoi viaggi erano lunghi, sa? Una truffa ai cittadini».

Lei lo ha già condannato.
«Basterebbe che ci facesse vedere i suoi estratti conto: se ha pagato le cene con la sua carta di credito le accuse cadranno e lui verrà assolto».

Dice il «filosofo rosso» Stefano Bonaga che a Bologna adesso c’è un «astonishment».
«A Bologna tutti conoscevano gli affari di Delbono con le donne».

Anche il governatore Vasco Errani?
«Anche lui, ma certo!».

Lei che milita da anni a sinistra...
«No, prego. Io non milito a sinistra: io sono la sinistra».

E il Pd che cos’è?
«Il Pd è quello che vede: un partito nato da un’operazione iniziale già falsata, che non ha mai acquisito alcun tipo di profilo e che adesso ha un segretario come Bersani che magari non ha colpe, ma non ha ancora in mano il partito».

Rifacciamo: lei che «è» la sinistra, crede che questo sia solo un brutto episodio o è il sintomo di un decadimento generale?
«No, no, ma quale episodio. Questo è il risultato di una lunga sequenza di episodi molto tristi, dal 1999 in poi».

Nel 1999 Giorgio Guazzaloca conquistò Bologna scalzando la sinistra per la prima volta.
«Poi, non riuscendo a trovare un successore, senza nemmeno le primarie pensarono bene di catapultare da Roma Sergio Cofferati, uno che ha sempre dimostrato di non essere assolutamente interessato alla città».

Per Delbono però le primarie ci furono.
«Pilotate».

Lei predica bene e razzola male: si candidò a sindaco ma rifiutò di partecipare alle primarie.
«Non volli mangiare la loro polpetta avvelenata. Mi avevano offerto le firme necessarie per essere sconfitto da questo tale senza arte né parte...».

Delbono senza arte né parte mica tanto: era sponsorizzato da Romano Prodi.
«Resta senza arte né parte lo stesso, sa? Del resto non sarebbe la prima sòla che Prodi ci rifila».

Prodi vi rifila fregaure?
«Faccia lei. Su Cofferati disse: “È un candidato degno”. Fece una lunga pausa e aggiunse: “Anzi, degnissimo”. Abbiamo visto com’è andata».

Insomma non c’è nemmeno la speranza di rifugiarsi nel prodismo...
«Poi adesso Romano dice che Delbono dimettendosi ha fatto un nobile gesto, che ipocrisia!».

Il Pd ha parlato di «gesto d’amore per la città».
«Pazzesco. O sono ipocriti o non hanno capito nulla».

Secondo lei?
«Delbono se ne va perché restare sarebbe totalmente imbarazzante. Anche ammettendo che in questi sei mesi avesse governato, e qui ho i miei dubbi, adesso non potrebbe più farlo. Un sindaco deve essere autorevole, non farsi travolgere da storie di letto».

Qualcuno ha lasciato intendere che dietro alle accuse ci sia una mossa politica in vista delle Regionali...
«Ah ah ah, la magistratura contro il Pd? Ma per favore, io non credo nemmeno che sia contro Berlusconi, figurarsi se è contro il Pd! Semplicemente ci sono degli indizi di reato, sui quali per fortuna si indaga».

Delbono aveva detto: non mi dimetto nemmeno con un rinvio a giudizio. Due giorni dopo ha lasciato. Secondo lei il Pd ha fatto pressing?
«So solo che questi del Pd navigano a vista, solo che sono miopi. Guardi anche la Puglia».

Nichi Vendola ha vinto le primarie.
«Sfidare Vendola è stata un’operazione suicida. Se D’Alema voleva farlo fuori avrebbe dovuto candidarsi lui, metterci la faccia».

Invece hanno bruciato Francesco Boccia.


«No guardi, qui nessuno si brucia mai. Boccia fa il deputato, ha la sua indennità, può dormire sonni tranquilli».

Ridateci il vecchio Pci?

«No. Bisogna costruire tempi migliori».

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