L’eredità E Bush gli lascia i piani anticrisi per i primi giorni

È una collaborazione inusuale quella che il presidente uscente George W. Bush sta offrendo al suo successore Barack Hussein Obama. L’attuale inquilino della Casa Bianca ha fatto preparare dei piani di risposta immediata per aiutare Obama se una crisi dovesse presentarsi nei primi giorni del suo prossimo mandato. Il presidente ha contemplato ogni possibile opzione: un’esplosione nucleare in Corea del Nord, un cyberattaco a tutti i sistemi informatici americani, un attacco terroristico contro basi americane all’estero o una nuova fiammata del conflitto in Medio Oriente.
Una mossa «molto inusuale», ha sottolineato ieri al New York Times Roger Cressey, ex funzionario dell’antiterrorismo della Casa Bianca di Bill Clinton: «Noi non l’abbiamo fatto. Al momento del passaggio di consegne tra Clinton e Bush eravamo in un mondo totalmente diverso - ha però poi aggiunto - ora abbiamo due guerre in corso in Irak e in Afghanistan e la guerra contro Al Qaida».

In effetti, la misura in un certo senso segue le raccomandazioni della commissione che ha indagato sulle tante falle del sistema di sicurezza e di intelligence americani prima dell’11 settembre, che aveva individuato delle lacune e dei problemi nella transizione tra Clinton e Bush e chiesto di migliorare il processo.

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