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L’esperto «Nessun allarme I casi pericolosi erano attesi»

Niente allarmismi. Per Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, i casi gravi di complicanze dovute al virus della nuova influenza come quello del 24enne ricoverato a Monza «rientrano in quello che già conoscevamo e, si può dire, erano attesi e sono nella normalità». «Avevamo detto da tempo - continua - che questo virus non era a rischio zero. E, soprattutto, quando il numero di malati aumenta ci si aspetta anche qualche raro caso grave. Ma il tasso di complicanze è basso, all’incirca è come quello dell’influenza stagionale». Con l’unica differenza che questo virus, per quanto osservato ora, colpisce i giovani. Anche in Messico (Paese tra i più colpiti) i casi più gravi sono stati registrati in persone tra i trenta e i 40 anni. In ogni modo, ha tenuto a precisare l’epidemiologo, «non si tratta di uno sviluppo ulteriore del virus». «Sin dall’inizio dell’epidemia - dice Rezza - si sono verificati dei casi rari di polmonite virale, primaria, che sono quelli che possono portare poi alla sindrome da stress respiratorio.

Sono casi rari che insorgono in persone che hanno dei fattori di rischio noti, ma anche in persone iperobese, donne gravide e in specifiche categorie a rischio di complicanze».

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