L’hotel Savoia ritorna il Principe di Milano

Gabriele D'Annunzio già negli anni Trenta. E, a cavallo della Seconda guerra mondiale, il Duca di Windsor, Erich Maria Remarque, Charlie Chaplin e Josephine Baker, l'Aga Khan e Aristotele Onassis, Evita Peron e Maria Callas. Tante teste coronate. La storia del Principe & Savoia, si chiamava così nel 1927 anno della sua inaugurazione quando quella di fronte era ancora piazza Fiume, è quella dei suoi ospiti illustri. Ma anche dei tanti uomini d’affari che avrebbero fatta grande Milano. E, probabilmente, anche l’Italia. E non a caso, nell’inserzione pubblicata sul Sole 24 ore per annunciarne l’apertura, era specificata la «presenza diretta del telefono in tutte le camere». Indispensabile per i colloqui di lavoro. O magari per prenotare un posto alla Scala dove dirigeva Arturo Toscanini e «raggiungibile in dieci minuti di carrozza».
Ottantadue anni dopo il Principe di Savoia che si affaccia su piazza della Repubblica è di proprietà del sultano del Brunei Hassanal Bolkian «così entusiasta dell’ospitalità che ha deciso di comprarselo». E, soprattutto, di avviare un’imponente opera di restyling che tra il 2006 e il 2011 ha messo a budget oltre 60 milioni di euro. Partita dal ristorante Acanto, è proseguita con le suite, le stanze, i luoghi pubblici affidati all’architetto newyorkese Thierry Despont che nella lobby e nel bar ha creato un ideale punto d’incontro aperto anche ai milanesi. Al Principe bar c’è oggi Enzo Mirto, il barman preferito da star come Madonna, Robert De Niro e Quentin Tarantino. Musica fino a notte fonda con la dj consolle inserita nel grande pianoforte. All’architetto italiano Celeste Dell’Acqua, invece, è stato affidato il ristorante e le quattro imperial suite. Con la Principe (230 metri, 6mila euro a notte) arredata con gusto tutto femminile dalla londinese Francesca Basu con letto matrimoniale a baldacchino, marmi di Carrara in bagno e mosaico in vetro di murano e madreperla. Nel soggiorno pezzi unici di alto artigianato appositamente disegnati: dalla consolle mini-bar allo scrittoio con il piano rivestito in pelle stampata in coccodrillo («finta perché noi amiamo la natura»), cabina armadio in legno massello. Un sogno per chi non ha ancora visto la Presidential suite: 500 metri, tre camere e unica in Italia con 80 metri di spa privata. La riservatezza? Garantita dalla proverbiale discrezione del personale e da un ascensore personale. Gli ospiti? Madonna e Michael Jackson, la regina d’Inghilterra e Mick Jagger, George Clooney, Anastacia, Sharon Stone (che chiede sempre la pasta) e le principesse saudite. E David Beckham che qui ha trascorso sei mesi.

«Abbiamo voluto rigenerarci per proiettarci nel futuro», la filosofia dell’operazione raccontata dal general manager Ezio Indiani. Il mix vincente? Grandi designer e artigiani brianzoli per un sogno a cinque stelle. Ma attenzione, la presidential suite da venerdì è già prenotata per ottantadue giorni di fila.

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