L’«indecenza» di Lombardo: povero con 16mila euro al mese

L’«indecenza» di Lombardo: povero con 16mila euro al mese

«Anche per i burocrati finisce il tempo dei privilegi», ha esultato sul suo blog lo scorso 7 dicembre, annunciando lo stop alle baby pensioni siciliane, «un provvedimento – ipse dixit, anzi, scripsit – che ritengo prioritario per eliminare privilegi e trattamenti particolari che certo non fanno onore alla nostra regione». Eh sì, perché Raffaele Lombardo, anzi Arraffaele, come velenosamente lo apostrofa il suo ex assessore, ora deputato del Pid, Pippo Gianni, non ama i privilegi. Altrui. Perché i propri, di vantaggi, il leader Mpa incoronato governatore di Sicilia nel 2008 dal centrodestra, e ora alla guida di una giunta del ribaltone a maggioranza centrosinistra, non li vede proprio. È il presidente di Regione con l’indennità più alta d’Italia, 15mila 683 euro netti al mese? «È appena decente – risponde – tenendo conto dei rischi e delle responsabilità che affronta un governatore. Se dobbiamo rapportare il mio stipendio al lavoro che faccio, minimo dovrebbero triplicarlo».
Punti di vista. Del resto, perché stupirsi? Il governatore, oltre ad essere il più pagato d’Italia, vive anche da re, in un castello, Palazzo d’Orleans (vi abitò nell’800 il futuro re di Francia Luigi Filippo d’Orleans), sede della Presidenza della Regione e anche di un appartamento a disposizione del governatore di turno. Lombardo, regnante in carica, sembra l’abbia fatto ristrutturare un po’. E così, tra gli sberleffi degli avversari politici, è spuntata in bagno anche una sauna. «Non è una sauna ma una doccia con vapore riscaldato che non ho allestito io ma mi è stata lasciata dal mio predecessore», ha giurato Raffaele. «Sino a quando sono stato presidente io non c’era nessuna sauna o doccia a Palazzo d’Orleans», ha assicurato, prima di finire in disgrazia e in carcere, l’ex governatore Salvatore Cuffaro. Lombardo si è offeso. Un anno fa, per le polemiche sulla sauna, e adesso, per quelle sul suo stipendio. E se l’è presa con i giornalisti «zelanti pennivendoli» che hanno osato raccontare la faccenda. Già, i giornalisti, l’altra fissazione del governatore: quelli che lo amano sono ok, quelli che lo criticano complottano contro di lui. Se l’è presa con tanti, il governatore. Pure col Tg1 di minzoliniana memoria. E pure con Repubblica, rea di avere anticipato la storia dell’inchiesta per collusioni mafiose del governatore che adesso la procura di Catania ha chiesto di archiviare. Il governatore ha querelato il quotidiano di Ezio Mauro. Ma le spese le pagheranno i siciliani. Si, avete letto bene, proprio i contribuenti siciliani. Perché il governo Lombardo, nel settembre scorso, ha deciso che la parcella dell’avvocato in questa causa sarà pagata con i fondi, pubblici, della presidenza.
Una cosa però va riconosciuta: Lombardo è generoso. «Non faccio il governatore per denaro – ha detto a proposito della polemica sul suo super-stipendio – non so quanto guadagno e quanto mi rimane in tasca. Sono disposto anche ad avere metà di quel che percepisco. Non faccio una vita di lussi, ho solo le tasche bucate». Ed in effetti Lombardo, per i suoi amici, non bada a spese. Secondo uno studio della Cisl, negli ultimi due anni, ha nominato in media tre consulenti al mese, l’ultimo, il numero 80 in due anni, il trentaquattresimo del 2011, un mese e mezzo fa. Giusto per farsi un’idea, tra il 2007 e il 2009, a cavallo tra Cuffaro e Lombardo, le consulenze della presidenza erano state 23. In tutto. Magnanimo, il governatore. Munifico nelle spese grandi, ma anche nelle piccole, Lombardo. Le spesucce per cravatte in seta con la scritta «Trinacria» o «Sicilia», quest’anno anche le magliette celebrative dei 65 anni dell’Autonomia siciliana, o ancora per libri e bandierine, non si contano. Per non parlare dei contributi a chiese e conventi di Sicilia, specie del Catanese, la sua area d’origine. Certo, si vede che c’è la crisi.

A Natale del 2008, pochi mesi dopo l’insediamento, Lombardo regalò ai 90 onorevoli del Parlamento siciliano gemelli d’oro con lo stemma dell’autonomia e 70 palmari Blackberry destinati ad altrettanti giornalisti. Fu il putiferio, intervenne la Corte dei Conti. E Lombardo fece mea culpa, dicendosi disponibile a rifondere di tasca propria la Regione. Facile, con il super-stipendio di governatore più pagato d’Italia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica