Ecco come si costruisce un prodotto rischioso, troppo rischioso per un cassettista, e lo si veste con un bel abituccio. L'obbligazione di cui si parla è emessa dalla Banca Popolare di Milano. È un bond bancario con una caratteristica particolare: alla scadenza e cioè tra 4 anni invece di restituire il capitale, questo viene convertito in azioni della Bpm. Tecnicamente si tratta di un convertibile obbligatorio. La particolarità di questo bond (Bpm 2009/2013 - 6.75%, il nome tecnico) è che si fissa già oggi il prezzo della conversione. Chi investe, invece di vedersi restituiti i 100 euro, riceverà azioni valorizzate tra i sei (minimo) e i sette euro (massimo).
Oggi il titolo Bpm in Borsa è sotto i 4 euro. Insomma il gioco è piuttosto semplice. Ai risparmiatori si mostra una luce abbagliante: un tasso di interesse del 6,75% rispetto al 4,75-5% dei bond bancari in circolazione. Ma non è detto che riesca ad illuminare il tunnel fino alla sua uscita. Se fra quattro anni il titolo dovesse giacere ancora su quotazioni inferiori ai sei euro, i sottoscrittori del bond si vedrebbero restituire solo una frazione del capitale originariamente investito. Come in tutti i convertibili dunque che compra questo genere di carta si porta a casa un rischio di mercato azionario. A differenza di un analogo prestito convertibile emesso dall'Ubi il rischio in questo caso sembra più alto: nel caso dell'Ubi infatti è prevista una via d'uscita onorevole per il sottoscrittore se le quotazioni della banca non dovessero raggiungere l'obiettivo sperato. Lobbligazione della Bipiemme viene piazzata a 100, alla pari.
Secondo quanto è stato in grado di ricostruire il Giornale il suo valore di mercato oggi invece non dovrebbe essere superiore a 85, proprio in virtù di questa forte scommessa azionaria che esso incorpora. Non è un caso che il mercato abbia rifiutato di sottoscriverla: su circa 600 milioni offerti, solo 220 sono stati sottoscritti. Ma la banca ha deciso di rimettere il bond in gioco.
E c'è da scommettere che nelle prossime settimane verrà offerta agli sportelli della popolare milanese. Sono stati infatti riaperti i termini del prestito per i prossimi sei mesi.
Due le considerazioni; lo strumento offerto non è dannoso in sé, ma è offerto ad un prezzo palesemente elevato. E sulla sua struttura: tasso di interesse civetta attraente e rischio rimandato tra quattro anni è di quelle a danno ritardato. Incasso oggi e piango domani.
Inoltre in un momento in cui Consob e Banca d'Italia sono così attente al comportamento delle banche, viene da chiedersi perché si lascino passare offerte come questa. Non si tratta di interferire con il mercato, ma di aiutarlo a capire gli impliciti rischi che alcuni strumenti comportano.
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