L’Inter riabbraccia SuperMario Ma stavolta basta SuperMotta

Milano È un altro passo in avanti, apparentemente non è cambiato niente, anzi il turno vedeva le due rivali in trasferta. Ma le giornate al termine ora sono sei, un partita di campionato in meno da giocare, per il superlavoro dell’Inter questi sono sollievi. Senza storia, sullo 0-0 il Bologna ne teneva dieci dietro la palla, sull'1-0 ne teneva dieci dietro la palla, sul 2-0 dieci dietro la palla e Britos ha anche tentato di perdere tempo, sul 3-0 dieci dietro la palla. Poi finalmente Banti ha fischiato la fine. Tre gol, un palo, una rete annullata, metà campo deserta, una delle partite meno sofferte. Eppure si aspettavano tutti un'Inter stanca dopo la Champions, comunque distratta. Josè ha riproposto le tre punte, in mezzo Cambiasso, Stankovic e Thiago Motta superlativi, dietro rischi zero nonostante Julio Cesar abbia giocato per più di un’ora senza poter calciare per una caviglia gonfia. Josè un secondo dopo la fine stava già pensando alla squadra dell'esercito russo che ha riposato in campionato per motivi di sicurezza. Strano, le altre russe tutte in campo.
Tutto quanto agisce come segno negativo contro l'Inter, aumenta il super io di questa squadra. L'ostinazione con la quale gli interisti si passavano il pallone in spazi ristretti e per oltre venti, trenta tocchi, è una dimostrazione di autorità conclamata, la richiesta di un atto di contrizione a cui invitano l'avversario che, con la testa che gira e ronza, perde il contatto con il terreno di gioco.

Per Mosca c’è la squadra, rientrano gli squalificati di campionato Eto'o, Zanetti, Lucio e Maicon, e quelli di Champions, ancora Lucio e Thiago Motta. Julio Cesar non dovrebbe mancare, Balotelli forse, Josè dovrebbe regalare un ritorno di quarto a chi ha fatto l’andata. Sono regole non scritte ma lo spogliatoio ci tiene.

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