L’INTERVISTA 4 ANDREA TOMAT

Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto, valuta con grande favore l’accordo sulla contrattazione: il Nordest, l’area produttiva più dinamica del Paese, ha fatto da apripista. «Riportare capacità decisionale sul territorio è fondamentale per agganciare la ripresa», dice.
Presidente Tomat, l’intesa segna una svolta nelle relazioni industriali.
«È così. È una risposta concreta ai problemi del Paese, un modo nuovo di impostare i rapporti tra imprenditori e lavoratori che introduce maggiore flessibilità. Il senso è avere un accordo generale nazionale su pochi punti qualificanti, e lasciare alla duttilità della negoziazione territoriale la possibilità di intese particolari per intervenire dove occorre».
L’accordo aiuterà la competitività del sistema produttivo?
«È il modo più adeguato per affrontare la concorrenza internazionale ed essere pronti a cogliere le opportunità del mercato nel momento in cui si presentano. Questa duttilità ci garantisce la certezza di non dover ricorrere ancora alla giustizia ordinaria per gestire i contratti locali. L’obiettivo è avere nuovo lavoro, per le imprese e i dipendenti».
Che vantaggi avrà il Veneto, con la sua rete di piccole imprese e il modello dei distretti?
«È un riconoscimento del nostro lavoro. Da noi questi accordi vengono firmati da tempo e la Cgil è sempre al tavolo. Qui c’è sempre stata una sensibilità e una collaborazione corretta, attuata nel rispetto reciproco, perché si tratta di un modello razionale che funziona. Siamo contenti che il quadro della sperimentazione veneta ora diventi un modello per le relazioni industriali di tutto il Paese».
Come giudica la firma della Cgil? Una retromarcia o un passo avanti?
«Un segno dei tempi. Apprezzo la Cgil che con pragmatismo e lungimiranza rientra in un quadro di riferimento stabile in un momento in cui il Paese vive forti fibrillazioni. È un segnale di coesione, coerenza e spirito di squadra. Possiamo uscire dalla crisi soltanto assieme, facendo fronte comune. Non è più il tempo dello scontro a priori, della faziosità, dell’antagonismo».
Tuttavia la Fiom ha criticato la svolta di Susanna Camusso annunciando di volere un referendum tra i lavoratori.
«La perfezione non è ancora di questo mondo... Dobbiamo cogliere il dato positivo dell’intesa. Non credo arriverà mai il giorno in cui tutti saranno d’accordo. La democrazia esalta la presenza delle minoranze anche estreme, ma tutela le prerogative della maggioranza e la responsabilità che questa si assume. La minoranza deve accettare e rispettare il volere dei più.

In questo senso, l’accordo tra Confindustria e sindacati è un segnale lanciato anche alla politica».
Che cosa intende?
«Lo spirito unitario tra lavoratori e imprenditori esprime una forza di cui il mondo politico ha bisogno per sciogliere i nodi di questa difficile fase dell’economia».

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