L’INTERVISTA 4 LA FIGLIA

Mary de Rachewiltz, unica figlia di Pound, ha dedicato tutta la vita a custodire l’opera e la figura del padre. Traduttrice italiana dei Cantos, ha raccolto e ordinato l’archivio poundiano ora alla Beinecke Library dell’Università di Yale, e, dal castello altoatesino di Brunnenburg, è il più sicuro e disponibile punto di riferimento degli studiosi di tutto il mondo. È la curatrice, con David e Joanna Moody, dell’epistolario, cui ha premesso una densa e illuminante memoria.
Che cosa aggiunge questo libro al Pound già conosciuto?
«Ha enorme importanza. Intanto perché riproduce per intero tutte le lettere scritte da mio padre ai genitori fino al ’29, anno in cui i suoi lasciano gli Stati Uniti per raggiungerlo e stabilirsi anche loro a Rapallo. Era un figlio unico devoto, che scriveva regolarmente, ogni tanto più di una volta al giorno. Quando scopre Confucio e i suoi insegnamenti sull’amore filiale, non impara nulla che non avesse già vissuto in prima persona».
Pound amava entrambi i genitori allo stesso modo?
«L’affetto era molto intenso per entrambi, anche se lo manifestava in modo diverso, come è naturale. So per esperienza, ora che sono madre e nonna a mia volta, che a volte le madri possono essere irritanti, magari per via di aspettative non sempre soddisfatte. Isabel lo incoraggiava e lo spronava sulla via degli studi; Homer era sempre in ammirazione del figlio, verso cui nutriva una fiducia illimitata; quando riceveva le sue poesie e i primi Cantos era al settimo cielo, anche se magari non tutto gli era chiaro».
Si è scritto che il rapporto tra Pound e sua madre era «disastroso»...


«Non è vero, come dimostrano queste lettere, e come conferma ciò che Pound disse alla notizia della sua morte: “Non l’ho apprezzata abbastanza!”. Riconoscendole quella grande sensibilità e intelligenza che aveva in comune con lei».

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