Roma«In linea di principio, bisognerebbe mantenere nel tempo le stesse condizioni contrattuali. Detto questo, se si è presa questa decisione, vuol dire che i tagli andavano effettivamente portati avanti». Carlo Scognamiglio, senatore Pli nel 92, presidente di Palazzo Madama due anni dopo, non sembra volersi sbilanciare.
Rimanda la palla a chi di dovere?
«Dico solo che non sono il più titolato per dare una risposta dettagliata sullargomento».
Provo a sintetizzare il suo pensiero: se i questori hanno deciso che da gennaio prossimo andranno eliminati alcuni benefit per gli ex senatori, un motivo valido ci sarà.
«Sarà così, visto che chiamiamo in causa persone serie, che avranno preso la loro decisione, di certo fondata, in maniera meditata».
Quanto avrà influito il sentimento anti-casta che si respira, forse ancora, nel Paese?
«Nulla, non credo al Senato si facciano influenzare dalla mode. Semmai, avranno valutato altre questioni».
Quali?
«Magari la minore durata delle legislature, il maggiore ricambio generazionale, lallungamento dellaspettativa di vita...».
Alcuni ex parlamentari, intanto, scrivono al governo per offrirsi, pare gratis, come consulenti.
«Si tratta di scelte personali. Ma in ogni caso, chi ha ricoperto un ruolo istituzionale non si tirerebbe indietro se potesse mettere a disposizione la propria esperienza politica».
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