L’Iran separa Bush da Napolitano «È un pericolo». «Non agite da soli»

Prima visita di un presidente ex comunista alla Casa Bianca: «Faremo la nostra parte ma solo per la pace»

nostro inviato a Washington

La ghirlanda di pigne attorno al camino, l'albero di Natale ricoperto di aquile americane e, proprio sotto il ritratto di George Washington, ecco a voi Bush seduto accanto a un pezzo di storia del Pci. Giorgio Napolitano, trent'anni fa, è stato il primo dirigente di Botteghe Oscure a ottenere il visto e ora è il primo presidente italiano ex comunista ricevuto nello studio ovale. La cosa qui però non fa più notizia perché, spiega Bush, «le relazioni tra i nostri Paesi sono molto buone» al di là delle persone e dei governi. E Napolitano: «Faremo sempre la nostra parte».
Dunque, «amicizia e comune sentire». Ma c'è una sfumatura, un dettaglio, l'Iran. Bush, nonostante il rapporto della Cia, insiste ancora e con veemenza per un'iniziativa internazionale: «è un vero pericolo. Loro avevano un programma militare segreto e ora devono dire al mondo il perché. Hanno l'obbligo di spiegare all'agenzia atomica delle Nazioni Unite le loro intenzioni. Io spero che su questo argomento possiamo lavorare insieme». Il presidente italiano lo segue fino a un certo punto. Però, aggiunge, non potete fare da soli, serve concertazione tra Usa e Ue. «Siamo disposti, Italia ed Europa, a prenderci tutte le responsabilità per mantenere la pace e la stabilità e per promuovere la democrazia e la libertà. Non possiamo chiedere agli Usa di assumersi da soli l'incarico di occuparsi della sicurezza internazionale».
Dettagli, appunto. Del resto questa è l'unica dissonanza concreta che emerge dopo tre quarti d'ora di colloqui,a cui partecipa pure Massimo D'Alema, e un'ora di colazione. Bush infatti tesse l'elogio sullo stato delle relazioni bilaterali, sulle quali evidentemente non pesano i casi Calipari e Cermis e i problemi nella maggioranza italiana sulla base Usa di Vicenza. «Sono felice per il livello della nostra amicizia - dice il presidente americano -, per me è un piacere avervi qui alla Casa Bianca e milioni di italo-americani saranno orgogliosi dei nostri rapporti». Oltre all'Iran, nell'incontro si parla anche di Kosovo, Afghanistan e della conferenza di Annapolis sul Medio Oriente. Napolitano racconta pure quello che sta accadendo in Italia, con il dialogo tra i poli e la trattativa sulle riforme. «Un incontro molto produttivo e pieno di sostanza», commenta Bush.
E Napolitano ricorda l'impegno italiano: «Siamo presenti in tutte le aree di crisi del mondo. In Irak abbiamo fatto la nostra parte per la stabilizzazione, ed è innegabile il miglioramento della situazione della sicurezza. In Afghanistan un generale italiano sta per prendere il comando delle forze internazionali nella regione di Kabul. Quanto al Kosovo, condividiamo tutte le preoccupazioni espresse dagli Usa». Si chiude con George W.

che rimpiange il cibo italiano, «che ho mangiato il 9 giugno scorso al Quirinale». E con la soddisfazione di D'Alema, che a sua volta incontra la Rice: «Mi sembra che gli Usa siano passati al multilateralismo». Anche sull'Iran? «Sì, infatti Bush chiede un intervento dell'agenzia atomica dell'Onu».

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