L’Italia si rimette in marcia E va meglio di Eurolandia

Sulle stime di crescita di questo tormentato 2010, l’impatto della tempesta che ha colpito l’euro costringendo i governi a varare manovre straordinarie è ancora tutto da quantificare. Anche perché una stabilizzazione del quadro congiunturale nella seconda metà dell’anno, accompagnata dall’espansione della domanda globale, potrebbe limitarne la portata. Per il momento, tuttavia, l’Italia regge. A certificarlo è l’Ocse, secondo cui nel primo trimestre l’espansione del Pil è stata dello 0,5% dopo la debole contrazione (-0,1%) accusata nell’ultimo scorcio del 2009. Insomma, in base all’outlook dell’organizzazione parigina abbiamo avuto un andamento leggermente inferiore a quello dei Paesi del G7 (+0,7%), ma superiore sia alla media Ue (+0,2%) che all’area euro (+0,2%).
Le indicazioni dell’Ocse confermano quindi in pieno la crescita tra gennaio e marzo resa nota nei giorni scorsi dall’Istat, con una sottolineatura posta sul passo più spedito tenuto dalla Penisola rispetto a Germania e Francia, le due «locomotive» europee. Se il trend della prima parte dell’anno ha rappresentato una gradita e inattesa sorpresa (le attese erano di un +0,3%), il focus si è ora spostato sul secondo trimestre. «Per il Pil del secondo trimestre ci sono indicazioni in linea con quelle del primo trimestre - rivela una fonte governativa a Reuters -; a questo punto si può ipotizzare un dato annuo migliore dell’ultima stima 2010 (+1%, ndr)». Per quanto riguarda le componenti del Prodotto interno lordo «con il recente deprezzamento dell’euro ci sono ulteriori buoni segnali dall’export, che ora cresce più di quanto stiano facendo le importazioni», spiega la fonte. Positivi anche i segnali che arrivano dai consumi privati, che stanno tenendo, e dagli investimenti. «Siamo nell'ultimo trimestre di applicazione della Tremonti ter - afferma la stessa fonte - e quindi ci si può aspettare un sostegno dalle ultime adesioni delle imprese». La Tremonti ter esclude dall’imponibile il 50% del valore degli investimenti in macchinari e apparecchiature industriali fatti sino al 30 giugno 2010.
Se le entrate dei prossimi due-tre mesi saranno soddisfacenti, potrebbero inoltre accorciarsi i tempi per la riforma fiscale, messa temporaneamente da parte a causa della crisi internazionale innescata dalla situazione greca. «Buoni dati potrebbero creare lo spazio per una riforma fiscale in tempi più brevi rispetto all’obiettivo più generale di farla entro la legislatura», conclude la fonte.
Di sicuro, la bufera che si è scatenata quando ormai il periodo buio della recessione mondiale sembrava alla spalle ha ancor più convinto i banchieri centrali della necessità di controlli più serrati e di un maggior grado di coordinamento. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, in un’intervista a Le Monde, non solo ha ricordato che «abbiamo problemi molto seri e bisogna trarre tutte le lezioni», ma ha soprattutto invocato «una federazione di bilancio in termini di controllo e di sorveglianza dell’applicazione delle politiche in materia di finanza pubblica».

Per Trichet, l’euro «è una moneta credibile», ma occorre una «vera responsabilità collegiale, una sorveglianza multilaterale attenta, che è stata terribilmente ignorata». Un invito al G20 a far quadrato per coordinare «più da vicino le riforme finanziarie così da rafforzare l’economia globale» è infine venuto dal numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke.

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