L'Italia ha vinto l'ultima gara di coppa della stagione, grazie a Fanchini, Merighetti, Gius, Manfred Moelgg, Heel e Fill che nella prova a squadre di Are hanno battuto Austria e Svizzera. Ciliegina finale su un inverno ricco di successi e soprattutto di continuità ad alto livello: in un mondo dove parecchie squadre faticano a trovare ricambi, quella azzurra ha invece molte belle novità da offrire. Ecco le pagelle dei protagonisti.
Max Blardone 8 Resta il nostro numero 1 in gigante, dopo una stagione ricca di alti e bassi ma chiusa per la settima volta consecutiva fra i primi sei mondiali (4° posto). Per la prima volta negli ultimi cinque anni però non ha vinto e ha dovuto accontentarsi di tre podi. Evidente il miglioramento nel carattere.
Nadia Fanchini 10 Perché ha iniziato e finito la stagione salendo sul podio, con una generosità infinita, con una modestia rara, con un talento infinito. Nelle gare veloci ha sbagliato pochissimo, il neo resta il superG mondiale, chiuso al 9° posto, peggior risultato stagionale nella specialità che l'ha vista seconda solo alla Vonn nella classifica finale di coppa. Però ha rimediato col bronzo in discesa.
Peter Fill 9 Lui si è assegnato 8,5, noi però non amiamo i mezzi voti, perché la sua stagione è stata ottima, con la prima vittoria in carriera, un altro podio in supercombinata e la continuità ad alto livello, senza scordare l'argento mondiale in superG. Decimo e miglior italiano nella classifica finale.
Nicole Gius 7 Numero 1 azzurra in slalom dopo l'infortunio di Chiara Costazza, merita per il podio conquistato a Zagabria, ma ha infarcito le altre gare di troppi errori.
Werner Heel 10 Ha vinto due dei cinque superG disputati finendo secondo solo a Svindal nella classifica di specialità e anche in discesa è stato fra i protagonisti del finale di stagione. È meno polivalente di Fill e Innerhofer ma ha un potenziale enorme per la velocità.
Denise Karbon 7 Ma 10 con lode per il sorriso che è sempre bello e sincero, anche se le cose sono andate molto meno bene di quel che sperava. Ha chiuso sesta nella classifica finale di gigante sua nel 2008, salendo sul podio solo una volta. Ha fatto progressi in slalom, ma proprio questa gara le ha tarpato le ali fin da novembre causandole un infortunio che si è trascinata per mesi.
Christof Innerhofer 9 Si è rotto una mano cadendo sul traguardo dell'ultimo gigante, almeno così sarà costretto a fermarsi un attimo. È una pila inesauribile, non molla mai, fa tutto, dà tutto, con entusiasmo e passione. 11° nella classifica generale, con Raich e Kostelic è stato l'unico a fare punti in tutte e cinque le specialità (è salito sul podio in tre): il futuro è suo.
Manfred Moelgg 7 Era l'azzurro più atteso, il più coccolato e desiderato dagli sponsor, il detentore della coppa di slalom nonché quarto finale nella generale. Ha patito fin dall'inizio, trovando il guizzo solo in un'occasione, lo slalom di Garmisch, vinto da campione. Quell'unico podio non è bastato a raddrizzare una stagione che ha deluso in primo luogo lui: in gigante è uscito dai primi 15 mondiali, in slalom è finito sesto, in coppa generale è sceso al 17° posto, con quasi la metà di punti rispetto al 2008. Da rivedere.
Manuela Moelgg 8 Merita 10 per la grinta che mette in ogni gara, ma 6 (la media quindi è 8) per l'incapacità di adattamento alle diverse situazioni. Manu attacca sempre e comunque dà tutto, commette errori e riparte a testa bassa. Ha raccolto tre podi e il 5° posto finale in gigante, ma non la tanto attesa prima vittoria.
Giuliano Razzoli 9 In slalom è il futuro dell'Italia e non solo. Pochi vanno veloci come lui, il problema è che sbaglia ancora troppo. Ma il Razzo ha pazienza, così come ha saputo aspettare due stagioni per farsi notare e salire sul podio due volte, saprà aspettare anche il momento del primo trionfo. Che tutti aspettano con fiducia.
Giorgio Rocca 7 Dopo il secondo posto di Garmisch sembrava tornato il Rocca dei bei tempi, ma da quel giorno la sfortuna, sotto forma di inforcate, si è accanita su di lui.
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