Antonio Signorini
da Roma
Dpef in dirittura darrivo. Il documento di programmazione economica e finanziaria che costituirà, di fatto, la base per la finanziaria 2006 è stato consegnato dal ministero dellEconomia alla presidenza del consiglio. Nelle prossime ore sarà esaminato dai singoli ministri e tra giovedì e venerdì - dopo il confronto allinterno dellesecutivo - finirà allattenzione delle parti sociali e delle autonomie locali per poi approdare al consiglio dei ministri del 15 luglio. Il documento anticiperà le raccomandazioni dellUnione europea sui conti pubblici e quindi limpegno per il rientro dal deficit eccessivo in due anni (10 miliardi nel 2006 pari allo 0,8 per cento di Pil). Poi definirà le linee guida della terapia per far ripartire leconomia, basata sul taglio dellIrap e sulle infrastrutture.
Limposta regionale delle attività produttive sarà il centro della prossima finanziaria, ma per coprire gli sgravi - hanno sottolineato ieri più fonti del governo a partire dal ministro dellEconomia Domenico Siniscalco - non si ricorrerà ad altri aumenti della pressione fiscale, in particolare non verrà aumentata lIva. Siniscalco non è entrato nei dettagli, ma parlando alla presentazione del rapporto 2004 dellAgenzia delle entrate ha ribadito che la «sfida» del governo è quella «di mantenere il gettito senza alzare le aliquote, allargando la base imponibile ed evitando i fenomeni di frode». Una conferma che la lotta allevasione fiscale sarà uno dei pilastri della prossima manovra, insieme ad ulteriori tagli alle spese della pubblica amministrazione. LAgenzia delle entrate, nel suo rapporto annuale, ha anche quantificato limpegno nellazione di contrasto allevasione annunciando «un significativo incremento della capacità operativa da destinare al settore (+40 per cento) con un conseguente incremento dei volumi di attività istruttoria e di controlli sostanziali da eseguire».
Qualche particolare in più sulla copertura del taglio dellIrap è arrivato dai ministri del Welfare, Roberto Maroni, e delle Attività produttive, Claudio Scajola. Maroni ieri ha detto che lesclusione dellIva è già stata decisa. «Se lobiettivo è abbassare la pressione fiscale, come si può pensare di aumentare le imposte per raggiungerlo? È chiaro, quindi - ha fatto notare - che le risorse vanno trovate da qualche altra parte: dal blocco senza deroghe del turn over nel pubblico impiego; dalla lotta allevasione fiscale e al lavoro nero». Il ministro leghista è sempre stato contrario ad un aumento delle imposte indirette, ma Scajola ha confermato che si tratta di una decisione «di governo» e non solo un desiderio di alcuni.
«Abbiamo deciso di cancellare a partire dal prossimo anno lIrap per tutte le imprese, dellindustria come del terziario, di non aumentare lIva che - ha spiegato il responsabile dellIndustria - avrebbe particolarmente penalizzato la ripresa dei consumi auspicata». La strada, ha aggiunto il consigliere economico del governo Renato Brunetta, sarà quella di «tagliare delluno per cento la cattiva spesa corrente».
Il ministro dellEconomia, alle prese con la procedura per deficit eccessivo da parte dellEcofin, ieri ha ribadito un altro concetto che dovrebbe essere un cardine del Documento di programmazione economica e finanziaria. «Dobbiamo uscire da una finanza pubblica straordinaria e di emergenza ed andare verso una finanza pubblica il più possibile noiosa con uscite ed entrate certe», ha detto Siniscalco confermando limpegno del governo nelleliminare le una tantum dalle manovre di bilancio. La sfida di questo Dpef, ha aggiunto, «è quella di avere un bilancio pubblico di qualità».
Critiche dalle opposizioni. Romano Prodi ha detto che, vista la situazione dei conti, «bisognava andare alle elezioni sei-sette mesi fa». La ricetta della sinistra, ha spiegato, è la «lotta feroce allevasione e al sommerso».
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