L’ombra di Al Qaida sul traffico di clandestini in partenza da Segrate

A Roma la direzione strategica, a Milano la base logistica. Funzionava così l’organizzazione afghana che aveva messo in piede un fiorente traffico di esseri umani ma anche di valium, farmaco da combinare con anfetamine, molto richiesto nelle discoteche del Nord Europa. Ma gli investigatori, che ieri hanno arrestato cinque persone, due in Italia, tre all’estero, sospettano collegamenti con il terrorismo islamico.
Le indagini, a cui hanno partecipato polizie di mezza Europa, sono iniziate un paio di anni fa a Malpensa quando il Gico della Guardia di Finanza arrestò un afghano sospettato di traffico di droga e collegamenti con il terrorismo. Ma nei suoi bagagli anziché eroina trovarono «diazepam» nome scientifico del Valium, noto ansiolitico da abbinare ad anfetamine, come l’ecstasy, per attenuarne gli effetti indesiderati. Dipanando la matassa, i Finanzieri scoprirono una banda che trafficava sia con questo farmaco, reperibile in farmacia solo con ricetta medica, ma anche in esseri umani. Poveri disgraziati che dietro compensi che potevano arrivare anche a seimila euro, venivano portati dall’Afghanistan al Nord Europa, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada.
Il viaggio iniziava nei punti di raccolta in Pakistan (Peshawar e Kohat) da dove gli immigrati venivano trasferiti verso Karachi per poi raggiungere con un pullman la città di Gwadar. Da qui, venivano ancora spostati a Mand, ultima località lungo il confine pakistano prima di raggiungere l’Iran. Quindi, dopo alcuni estenuanti giorni di cammino tra boschi e montagne, gli immigrati giungevano in Turchia per poi trasferirsi in Italia, attraverso la Grecia, su tir e furgoni o via mare a bordo di barconi in pessime condizioni. Tappa intermedia Milano, scalo ferroviario di Segrate, dove venivano infilati a gruppi di 8/10 nei container spediti a Ostenda per fare l’ultimo balzo via mare. Il Gico ha attivato le polizie di tutti i Paesi attraversati, riuscendo a bloccare quattro «carichi». In particolare la polizia belga intervenuta al porto, salvò la vita a un afghano colpito da arresto cardiaco. Altre due persone, tra cui un minorenne, furono invece fermate a Verona a bordo di una bisarca, i tir addetti al trasporto di auto. Le indagini hanno consentito di dare una prima mazzata all’organizzazione arrestando nei mesi scorsi altri due trafficanti di «diazepam» a Goteborg, in Svezia, poi condannati a 8 e 10 anni. Sequestrando complessivamente tre milioni di compresse. Altro colpo nei giorni scorsi, quando la polizia francese ha bloccato altri sei afghani. Ultimo intervento ieri con altri cinque arresti: uno a Milano, uno a Roma, due in Francia e uno in Inghilterra.
«Le indagini continuano - ha spiegato il colonnello del Gico Antonio Gorgoglione - soprattutto per verificare eventuali collegamenti con Al Qaida.

La droga è la principale fonte di finanziamento dell’estremismo islamico, quindi è molto probabile che il gruppo sgominato sia organico ai terroristi o ci lavori in stretta connessione, occupandosi dei loro traffici illeciti».

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