nostro inviato a Parigi
«Unintesa con Giorgio Armani? Non escludo nulla». Così Jean-Paul Agon, amministratore delegato dell'Oréal, risponde allinevitabile domanda, propiziata dalla presentazione dei risultati, ancora una volta smaglianti: quasi 16 miliardi di fatturato (più 8,7%), dove il successo dei profumi e cosmetici griffati Armani ha un peso significativo. Proprio per questo, di matrimonio fra Re Giorgio e il colosso francese si parla da tempo, anche se «il nostro settore è la cosmetica - precisa Agon - e qui abbiamo ancora tante opportunità per acquisizioni. Con Armani non abbiamo particolari progetti ma per principio non escludo mai nulla». Lo stilista non è lunico italiano di cui ha parlato Agon: «Se Armani è un vecchio amico Renzo Rosso della Diesel è un amico nuovo. Ha lanciato un marchio a livello internazionale e con lui abbiamo obiettivi ambiziosi». Quanto ad Armani i suoi prodotti sono in costante accelerazione, come quelli di tutta la cosmesi di lusso, che sta letteralmente esplodendo nei mercati emergenti. «Ma tutti i marchi e tutte le zone geografiche hanno contribuito a far crescere la redditività - sottolinea Agon - che ha raggiunto il 16,1% del fatturato; più 12,1% l'utile rispetto al 2005. Innovazione, globalizzazione, marchi forti, acquisizioni e valorizzazione sono i sei motori della nostra crescita. E questi risultati ci rendono fiduciosi e ottimisti anche per lanno in corso».
Successo pieno, dunque, per Jean-Paul Agon, che conclude così i primi 12 mesi di gestione, dopo il lungo regno di Lindsay Owen-Jones, attuale presidente. E col nuovo amministratore delegato lOréal è diventata anche più «verde», grazie a Body Shop, marchio popolare per limpronta ecologica, ceduto a luglio dalla fondatrice, Anita Roddick, e ai laboratori di Sanoflore, acquisiti in ottobre.
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