L'ÉQUIPE In sala operatoria Sandro Frigiola, l'angelo dei piccoli cardiopatici

Quando le coincidenze fanno giri rocamboleschi e si incastrano a tal punto da salvare una vita. Nasce così la storia di Annalisa Fioretti, pneumologa di 36 anni del gruppo San Donato, e della piccola Sakina, bimba pakistana di 5 anni gravemente malata al cuore.
La scorsa estate Annalisa organizza assieme ad alcuni amici una scalata del monte Gasherbrum 1, a nord del Pakistan. La missione è dolorosa e delicata: «Siamo partiti per cercare i corpi di tre ragazzi, dispersi durante il primo tentativo di scalata invernale del monte. Un'arrampicata di 8mila metri che però non siamo riusciti a concludere». Già, ma il viaggio della giovane dottoressa non è andato a vuoto.
Prima della missione tra i crepacci, il suo gruppo fa base in un rifugio. Annalisa viene a sapere che nell'albergo di fronte alloggia uno dei suoi scrittori preferiti: Greg Mortenson, l'infermiere-alpinista autore di «Tre tazze di te» che organizza progetti umanitari in Pakistan e in Afghanistan. In un attimo è da lui, lo aspetta nella hall per stringergli la mano, tutto qui. Ma quella stretta di mano diventa ben altro. «Ah, sei medico?» le chiede lui. E le racconta subito di Sakina, la bimba che ha incontrato qualche giorno prima in un villaggio a 4mila metri in mezzo alle montagne. «Ha 5 anni - le dice - è malata, fa fatica a respirare ed è cianotica. Se la faccio venire qui la puoi visitare?».
La visita avviene in una stanza calda, in mezzo agli zaini della missione e agli scarponi da trekking. Annalisa si accorge subito che la bimba ha qualche problema al cuore. Le prescrive degli esami da fare all'ospedale di Islamabad. Poi parte, per cercare i corpi dei suoi amici dispersi tra i monti. «Non c'è stato giorno della missione in cui non ho pensato alla bimba visitata in quell'hotel - racconta Annalisa - Ero preoccupata per lei, avrei voluto aiutarla».
Una volta tornata in Italia la dottoressa pneumologa riceve via fax gli esami della piccola pakistana. La diagnosi è immediata: se non viene operata, Sakina non può vivere. Un'altra morte in mezzo a quelle splendide montagne? No. Annalisa mobilita mezzo mondo e riesce a far trasferire la piccola in Italia, per un intervento salva vita. L'operazione costa 18mila euro, il viaggio è caro. «Ma si è mosso un tam tam incredibile, la raccolta dei fondi è stata veloce e ho trovato molte persone generose, altrimenti non sarebbe stato possibile salvare Sakina. Si sono mossi medici, amici, sconosciuti, un gruppo di suore e tanta gente che ha letto un appello pubblicato sull'Eco di Bergamo, il giornale della zona in cui vivo». L'intervento al cuore è stato effettuato al San Donato da Alessandro Frigiola, il cardiochirurgo fondatore dell'associazione Bambini cardiopatici nel modo. La onlus ha integrato i soldi raccolti ed ha reso possibile il sogno di salvare una bimba di 5 anni che altrimenti non avrebbe mai potuto vivere. Ora Sakina, operata il 15 febbraio, sta bene. Mangia e recupera velocemente.

Tanto che presto tornerà nel suo piccolo villaggio assieme al papà. «Quando la bimba si è svegliata in rianimazione - racconta Annalisa - si è spaventata. Non sapeva dov'era, non capiva cosa fosse successo». Qualcuno un giorno le racconterà la sua incredibile e bellissima storia.

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