L’ultimo duello con Grass a colpi di polemiche

«Da quest’uomo non comprerei nemmeno un’auto usata»: così Joachim Fest aveva reagito, ironizzando, alla confessione tardiva dell’appartenenza alle Waffen-SS fatta da Günter Grass. L’ultimo atto pubblico della biografia di Fest lo ha visto protagonista, sulla stampa tedesca, di una forte polemica con lo scrittore di Danzica. I due si sono contrapposti per settimane: da una parte l’intellettuale di destra mai compromesso con il nazismo; dall’altra lo scrittore premio Nobel per la letteratura e icona della sinistra, sempre pronto a bacchettare i collusi con il passato regime. Una resa dei conti affascinante, una diatriba che divide da sempre la cosiddetta «Flakhelfergeneration», la generazione-chiave della Germania postbellica, proprio quella di Fest (1926) e Grass (1927).

Nello scorso agosto, in un’intervista al settimanale Der Spiegel, Fest non rimproverò tanto a Grass l’adesione al nazismo, che riteneva scusabile vista la giovane età del romanziere, quanto l’aver taciuto per sessant’anni, atteggiandosi ad autorità morale della rinata nazione tedesca.

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