L’uomo anti Pentagono accusato di nuovo di stupro

Ancora guai per Julian Assange, il famoso ma altrettanto misterioso hacker fondatore di Wikileaks, il sito che nell’ultimo mese ha pubblicato 400mila documenti, molti dei quali scottanti, sulla guerra in Irak dopo averne pubblicati altri 77mila sulla guerra in Afghanistan: un tribunale svedese ha emesso nei suoi confronti un ordine di arresto internazionale. L’accusa è quella di stupro, e non si tratta di una novità: già lo scorso 20 agosto un mandato di arresto era stato emesso con la stessa accusa, ma era poi stato ritirato dopo poche ore.
La procuratrice di Stoccolma titolare dell’inchiesta su Assange ha spiegato che la richiesta - definita «un atto sproporzionato» dagli avvocati dello hacker - è motivata dalla necessità di interrogare Assange in merito alle accuse che gli sono state rivolte da due donne svedesi (stupro, molestie e coercizione illegale): «Non siamo mai riusciti a interrogarlo», ha detto il magistrato svedese.
Gli avvocati di Assange parlano di «persecuzione», riferendosi al fatto che le accuse contro il loro cliente sono venute poco dopo la reazione risentita dei governi americano e britannico alla diffusione di materiale sensibile sulle loro attività militari in Irak e in Afghanistan da parte di Wikileaks. I legali negano però che Assange voglia sottrarsi alla giustizia. Sostengono di aver tentato di concordare con i magistrati svedesi delle date per l’interrogatorio ma di non essere riusciti a trovare un accordo, rimanendo però Assange «assolutamente disponibile» a recarsi in Svezia per difendere il suo onore.
Intanto, però, il fondatore di Wikileaks risulta irreperibile. Secondo Mark Stephens, il suo avvocato inglese, il suo assistito ieri mattina si trovava a Londra, ma ha poi fatto perdere le sue tracce. Citando anch’egli una presunta «persecuzione», Stephens ha spiegato che Assange «si sposta con una certa circospezione, ma non sta fuggendo e intende difendere il suo nome».
I fatti contestati risalgono allo scorso agosto, quando Julian Assange si trovava nella città svedese di Jonkoping per la pubblicazione dei documenti riservati del Pentagono sulla guerra in Afghanistan. Due donne, una di 25 anni e una di 35, lo accusarono di averle molestate e di aver loro usato violenza sessuale. Assange ha respinto queste accuse, sostenendo che in quell’occasione non si verificarono atti che non fossero consensuali e rifiutandosi di aggiungere altro perché «si tratta di fatti privati».
Nonostante sia l’hacker-giornalista più famoso del mondo, la figura di Julian Assange è circondata dal mistero. Nato nel 1971 (ma nemmeno questo dato è assolutamente certo) a Townsville in Australia, avrebbe in parte origini cinesi pur avendo un aspetto decisamente europeo: il suo cognome deriverebbe infatti da Ah Sang («signor Sang» in cinese), un immigrato trasferitosi in Australia due secoli fa. Figlio di un impresario teatrale perennemente in viaggio, avrebbe cambiato casa ben 37 volte nei primi vent’anni della sua vita. Questo gli rese difficile frequentare le scuole, e il giovane Julian supplì a tale lacuna studiando nelle biblioteche pubbliche. Qui “incontrò” il poeta latino Orazio, da cui prese a prestito il suo primo nome di battaglia Mendax (“Bugiardo”).

A 16 anni Julian Assange sapeva già usare un personal computer ed entrare nelle prime reti informatiche che cominciavano ad affacciarsi alla fine degli anni Ottanta. Da allora Assange ha cambiato nome migliaia di volte e ha violato centinaia di sistemi, inventandosi alla fine come «editore» di Wikileaks.

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