L'americano di Al Qaida: tirate le bombe a Bush

In un video di 50 minuti il convertito all'Islam più ricercato degli Stati Uniti esorta a uccidere il presidente e straccia il passaporto

L'americano di Al Qaida: 
tirate le bombe a Bush

Suo nonno Carl Pearlman era ebreo e sedeva nella direzione della «Lega mondiale contro l’antisemitismo». Suo padre si convertì al cristianesimo e assieme a sua madre lo educò in un clima di rigore religioso. Lui, il 29enne Adam Pearlman, meglio conosciuto come Adam Gadahn, o Azzam l’Americano, è la voce inglese di Al Qaida, il verbo anglosassone di OsamaBin Laden e del suo braccio destro Ayman Al Zawahiri. L’onore di tuonare contro George W. Bush e contro il suo viaggio mediorientale di questa settimana spetta dunque solo a lui. Da ieri il suo video è il più gettonato dai frequentatori dei siti vicini al terrorismo integralista. Il ragazzotto cresciuto in California, inseguito da una condanna per tradimento che rischia di portarlo al patibolo se Fbi e Cia gli metteranno le manette, sfoga in quel video tutto il suo risentimento verso il presidente del Paese natale.

«Accoglietelo non con i fiori e gli applausi, ma con le bombe e le trappole esplosive - tuona Adam durante i 50 minuti d’appassionati strali diffusi mentre Bush prepara il viaggio verso Gerusalemme, i territori palestinesi e le principali capitali arabe -. Rivolgo quest’appello ai fratelli mujaheddin della Palestina e a quelli della penisola araba, affinché si preparino ad accogliere il crociato, il boia Bush, durante la sua visita di gennaio nella Palestina musulmana e nella penisola occupata, e lo salutino non con fiori ed applausi, ma con bombe e trappole esplosive». Esaurito l’ispirato attacco il discorso del convertito, diventato il «guru» della comunicazione al qaidista, si fa più ambiguo. Il seguito del sermone - intitolato «Invito alla riflessione e al pentimento» e registrato interamente in inglese - sembra più indirizzato agli americani che agli arabi. A partire dalla plateale scenetta in cui il «convertito» estrae dal taschino il vecchio passaporto blu, lo fa in mille in mille pezzi e dà il via ad un interminabile sermone sulla condizione dei militanti musulmani detenuti nelle carceri statunitensi. «La guerra santa contro di voi rimarrà il nostro dovere fino a quando un solo musulmano sarà detenuto negli Stati Uniti - spiega il super ricercato su cui pende una taglia dell’Fbi da un milione di dollari -. Dovete costringere il regime di Washington a liberare ognuno di loro, ovunque si trovi e qualsiasi sia il suo crimine».

Cresciuto in un’isolata fattoria californiana dove i suoi genitori, due fanatici cristiani, allevavano capre, Adam Gadahn incominciò ad esprimere il proprio mal di vivere mettendo insieme un gruppo metal rock le cui canzoni erano un’elegia di morte, tortura e decomposizione. Esaurita a 17 anni la fase artistica, Adam incomincia quella della conversione all’islam che nel 1998 lo porta prima in Afghanistan e poi al matrimonio con una profuga afghana.

Nel 2003, dopo aver declinato l’invito a partecipare ad un attacco suicida nel Maryland per star accanto alla sposa incinta, si dedica anima e corpo alla propaganda qaidista curando la preparazione dei video di Osama bin Laden e Ayman al- Zawahiri e gestendo quell’etichetta di Al Sahab diventata il marchio di riferimento per tutti i discorsi dei capi del terrore integralista.

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