Lavori irregolari in corsia: chiude la clinica Sant’Anna

Operazione dei Nas e il sindaco di Pomezia contesta la decisione della Regione Lazio

Lavori irregolari in corsia: chiude la clinica Sant’Anna

Blitz dei carabinieri dei Nas a Pomezia: «Carenze strutturali e gravi difformità nei lavori di ampliamento». In poche parole lavori abusivi in corsia. E la «Casa di cura Clinica Sant’Anna» sulla via del Mare chiude i battenti. Revoca della convenzione decennale da parte della Regione Lazio all’unico polo ospedaliero della zona, malati destinati a trasferimenti urgenti, infortunati costretti a emigrare ad Anzio, Ostia o Albano, ambulanze del 118 ferme in garage.
Il provvedimento, firmato dal dirigente del dipartimento sociale della Pisana Alessandro Coreani il 12 giugno scorso, arriva come una doccia fredda per la proprietà (il gruppo d’imprese Miraglia), la cittadinanza e l’amministrazione comunale. Una determinazione dirigenziale firmata in seguito a una delicata indagine dei militari del nucleo antisofisticazioni di piazza Albania. Insomma, guai seri per la cittadina industriale alle porte della capitale sovvenzionata per decenni con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno e che, nonostante ciò, non possiede una struttura sanitaria pubblica. E dal prossimo 11 luglio, secondo l’ultimatum della Regione, Pomezia non ne avrà nemmeno una in convenzione. Cosa avrebbero trovato, esattamente, gli uomini del Nas non è chiaro. «Le indagini sono ancora in corso - spiega il capitano Marco Datti, comandante del nucleo antisofisticazioni dei carabinieri di piazza Albania - per cui non possiamo dire molto. Di sicuro possiamo affermare che non si tratta di carenze dal punto di vista igienico-sanitario tali da allarmare i pazienti ricoverati. Abbiamo trovato delle irregolarità urbanistiche nella realizzazione degli ampliamenti e nella loro funzionalità». Insomma, sotto accusa i lavori all’ala nuova dell’ospedale e del Dea conclusi da poco, finanziati in parte con il denaro pubblico e autorizzati da Comune, Regione, Asl. Immediate le reazioni: «Esprimo dissenso rispetto alla decisione della Regione di chiudere la Sant’Anna - dice il sindaco Enrico De Fusco -. L’unica struttura sanitaria del distretto H4 Ardea-Pomezia che può garantire il servizio sanitario a una popolazione di 100mila residenti con punte fino a 300mila in estate».
Secondo il provvedimento, alla Asl RmH il compito di ricollocare i degenti nei vari ospedali della zona. Vale a dire ai Castelli Romani o nei comuni limitrofi. «La chiusura della clinica e del pronto soccorso creerebbe problemi di tutela della salute pubblica - conclude De Fusco - chiederemo alla Regione di revocare il provvedimento». «Cosa c’è dietro questo disegno?» si domanda, invece, Gilberto Balduini, ad della S.Anna.

Di fatto entro un mese stop al centro diabetico, alle sale operatorie, ai laboratori per importanti esami di diagnostica come l’urografia, la mammografia, l’uretrocistografia, alla medicina del lavoro, al day hospital. E al pronto intervento.

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