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Lavoro clandestino e lucciole: quartiere cinese videosorvegliato

Per combattere la criminalità in zona Paolo Sarpi telecamere attive 24 ore su 24 e controlli nei laboratori

Chinatown finisce videosorvegliata 24 ore su 24. Telecamere fisse contro la criminalità e pattuglioni tra Asl, vigili del fuoco e ispettori del lavoro contro la manodopera clandestina e la prostituzione. Letizia Moratti dà carta bianca al vice Riccardo De Corato su via Sarpi per mantenere le promesse firmate prima delle elezioni. E arrivano i risultati dopo anni di meline e filtri da parte di politici un po’ troppo interessati. Due le novità più significative del primo tavolo operativo tra palazzo Marino, commercianti e l’associazione «ViviSarpi». La prima riguarda l’imminente installazione di telecamere collegate con la centrale dei vigili di piazza Beccaria: le prime quattro saranno collocate entro fine marzo in corrispondenza dei principali incroci di via Sarpi. Le registrazioni verranno conservate per sette giorni con libero accesso per polizia e carabinieri. Si vuole stroncare la crescente microcriminalità e le inaudite intimidazioni che i commercianti italiani stanno sempre più subendo: vetrine infrante, saracinesche manomesse fino alle vere e proprie minacce oggetto oggi di denunce presentate all’autorità giudiziaria.
Sono così queste le prime telecamere che Milano, adeguandosi alle altre grandi città europee, installa. Per rispettare i limiti posti dalla legge sulla privacy verrà allestita ampia segnaletica con cartelli a sfondo giallo che avverte della zona videosorvegliata. Il sistema entrerà in funzione subito dopo l’okay, in verità abbastanza scontato, che si registrerà nel quartiere per superare così eventuali problemi di riservatezza. Ma considerando che banche, società e numerosissimi enti privati registrano le immagini stradali nelle vicinanze delle proprie sedi e ricordando analoghe iniziative avviate in parchi e zone a rischio aggressioni e stupro, la zona videosorvegliata non dovrebbe incontrare resistenze.
La seconda grande novità riguarda i controlli da parte di pattuglie miste (Asl, Ispettorato del lavoro, vigili del fuoco e polizia municipale) che andranno a verificare civico per civico la presenza di manodopera clandestina in laboratori ed esercizi commerciali e le situazioni sanitarie di palazzi e seminterrati. Le verifiche dovrebbe iniziare ad aprile con cadenza bisettimanale anche se dall’Ispettorato del Lavoro hanno evidenziato ancora problemi di organico. Comunque i «pattuglioni», come qualcuno già li chiama a Palazzo Marino mirano a far emergere tutta l’attività illegale della Chinatown sommersa. Anche se «sentinelle» disposte lungo gli ingressi nel quartiere da una parte, e qualche soffiata mirata dall’altra potrebbero indebolire l’iniziativa.
De Corato ha assicurato che i controlli dei vigili (dieci motorizzati non della zona, divisi su due turni) continueranno a oltranza: ogni giorno fino alle 20 con una finestra tra le 10 e le 12 per il rifornimento delle merci. I sequestri dei carrelli continuano. E potrebbe presto essere coinvolta anche la procura di Milano. Si sta valutando infatti se contestare anche la violazione alla legge 626 sulla sicurezza nel lavoro nei confronti di chi utilizza personale per movimentare i carrelli. L’obiettivo è quindi quello di far rientrare al più presto il quartiere nella normalità. Per avviare poi un confronto sereno con la rappresentanza consolare della comunità cinese e gli altri organismi ufficiali. Un rapporto diretto senza mediazioni terze. Iniziative personali, come quelle delle settimane scorse per strada da parte dell’attuale vicepresidente del Consiglio comunale Stefano Di Martino, sono state pubblicamente censurate dal vicesindaco De Corato.
L’ultimo capitolo riguarda l’avvio sperimentale della Zona a traffico limitato. Lo studio dell’assessorato alla viabilità prevede una prima area concernente le merci viene delimitata dal perimetro Montello, Monumentale, Procaccini, Canonica e Melzi d'Eril.

Una seconda area riguarda via Sarpi con accesso esclusivo riservato ai residenti con la possibilità di attraversamento nelle vie Lomazzo, Rosmini, Niccolini e Bramante. Insomma, stavolta dovrebbe essere la volta buona. Gli italiani di Chinatown escono dal ghetto.
(1. Continua)
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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