LeasePlan, auto sì ma non di proprietà

Soddisfazione. Questo lo stato d’animo più diffuso ai piani alti di LeasePlan Italia, società di noleggio a lungo termine e gestione di flotte aziendali appartenente al colosso multinazionale LeasePlan Corporation. A poco più di un mese e mezzo dalla chiusura dell’anno, infatti, l’azienda si prepara ad archiviare l’ennesimo esercizio positivo, dopo quello del 2007 che aveva visto il fatturato superare i 760 milioni di euro e il parco auto toccare i 100mila veicoli.
«Il 2008, in effetti, è stato un anno più che buono non solo per noi, ma per l’intero comparto - commenta Alberto Repetto, direttore commerciale e marketing di LeasePlan Italia -. Il primo semestre, soprattutto, ha fatto registrare numeri di grande rilievo, grazie anche all’onda lunga generata dal superamento della stretta fiscale che, per buona parte dell’anno scorso, aveva pesantemente penalizzato l’auto aziendale. Per quanto ci riguarda, pur senza sbilanciarmi ancora sulle cifre di fine esercizio, posso dire che siamo senz’altro soddisfatti dei risultati raggiunti, in termini sia di raccolta ordini sia di redditività».
Le performance di LeasePlan, che gli ultimi dati diffusi da Databank collocano tra i leader dell’autonoleggio in Italia con una market share oscillante attorno al 17-18%, non sono comunque isolate. A crescere, infatti, è il settore della locazione veicoli nel suo complesso, apparentemente immune dai venti di crisi che soffiano impetuosi sul mercato dell'auto. «Mentre in Italia calano le immatricolazioni totali, si registra invece un deciso aumento di quelle alle imprese - conferma Repetto -. E nell’ambito di queste ultime, a colpire è soprattutto il trend delle immatricolazioni delle aziende di noleggio a lungo termine, che crescono del 15 per cento».
Merito, anche, di un progressivo allargarsi del mercato che, a fronte della sostanziale maturità raggiunta dal segmento large corporate, negli ultimi tempi ha visto fiorire iniziative e prodotti ad hoc dedicati ai target delle Pmi e delle partite Iva, presso i quali la penetrazione del noleggio risulta ancora modesta. Senza perdere di vista quella che secondo molti analisti potrebbe essere la grande scommessa del prossimo futuro, vale a dire la clientela privata. «Sono sicuro che sia una strada praticabile in tempi relativamente brevi - conclude Repetto -, ma occorre agire con cautela: il mercato consumer ha esigenze e dinamiche alle quali noi operatori del noleggio non siamo abituati e per le quali sarà necessario strutturarsi adeguatamente. La direzione, però, è quella giusta: anche perché diversi segnali ci fanno prevedere per i prossimi anni un progressivo cambio di mentalità, che dovrebbe portare gli italiani a comprendere la sostanziale non economicità del possesso dell’auto.

Molto più pratico e conveniente - oggi per le aziende e i liberi professionisti, domani anche per i privati - pagarne il semplice utilizzo, mettendosi al riparo da qualsiasi sorpresa relativa ai costi e lasciando ad altri le incombenze legate alla gestione».

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