Alberto Toscano
da Parigi
«Il dispositivo anti-Opa del ministero dellEconomia seduce il management delle principali aziende», è il commento del Figaro di ieri alla decisione governativa di rafforzare la legislazione contro le offerte dacquisto ostili. Al tempo stesso liniziativa del superministro economico Thierry Breton scontenta e innervosisce le associazioni dei piccoli azionisti, che contano sul «gioco dellOpa» nella speranza di un apprezzamento dei propri risparmi. Comunque non saranno certo i piccoli azionisti a fermare il rullo compressore governativo: la Francia intende scoraggiare qualsiasi attacco al capitale delle proprie aziende più prestigiose, quotate alla Borsa di Parigi.
La settimana prossima il Senato comincia la discussione in seconda lettura della nuova legge che regolamenta le Opa. Il ministro dellEconomia e delle Finanze Thierry Breton, che è stato lui stesso al timone di France Télécom fino al maggio 2005, proporrà un emendamento a quel disegno di legge, destinato a diventare ancor più restrittivo. Lidea di Breton è un classico della «letteratura anti-Opa»: la cosiddetta «pillola avvelenata». Lemendamento attribuisce infatti allassemblea dei soci il diritto di delegare al consiglio damministrazione la possibilità di aumentare il capitale attraverso lemissione di «buoni di sottoscrizione di nuove azioni».
Il dispositivo scatterebbe anche dopo il lancio di unOpa e consentirebbe ai difensori di erigere barricate senza essere costretti a lanciare una onerosa contro-Opa. In pratica il cda dellazienda attaccata potrebbe decidere un aumento di capitale destinato a raddoppiare o a triplicare il valore dellazienda medesima, mettendo così lautore dellOpa nelle condizioni di sostenere uno sforzo largamente superiore alle previsioni.
Come riferisce il Figaro, i «timonieri» delle imprese francesi sono daccordo con Breton. Franck Riboud è presidente di Danone, lazienda transalpina che la scorsa estate sembrava sotto il tiro di unOpa statunitense. «La proposta del governo va nella giusta direzione», dichiara ora Riboud.
Dal canto suo Thierry Breton afferma: «Il nostro obiettivo è dissuadere le offerte dacquisto totalmente ostili e realizzate senza una concertazione preventiva». Lallusione del ministro va allOpa dellindiana Mittal Steel sul gruppo siderurgico, a maggioranza francese, Arcelor, che è però basato in Lussemburgo e che non trarrà benefici dal varo della futura legge francese.
Una legge che, prima ancora dessere approvata con l«emendamento Breton», sta già provocando polemiche a Bruxelles, dove latteggiamento nazionalistico di Parigi è visto con sospetto perché rischia di mettere in discussione lintegrazione finanziaria in ambito comunitario. Senza dimenticare il fatto che le aziende francesi sono in primo piano quando si attacca di lanciare Opa - non sempre amichevoli - al di fuori dei confini nazionali.
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