Letta, Prodi e l’ultimo giapponese

Come Kuribayashi a Iwo Jima che stava per cadere nelle mani degli americani. Romano Prodi è l’ultimo giapponese rimasto a combattere. A suo modo aveva difeso il governo anche quando il crollo era imminente. E Tommaso Padoa-Schioppa che di quell’esecutivo era il titolare dell’Economia l’aveva messo nero su bianco con dedica a Romano, il «generale combattente» al quale aveva regalato il libro «Così triste cadere in battaglia, raccolta di lettere dello stesso Kuribayashi. Ieri che a Padoa-Schioppa era dedicata una cerimonia, l’intervento di Prodi che raccontava l’aneddoto è stato interrotto da Gianni Letta che, col sorriso sulle labbra, ha chiesto: «Scusa, Romano, me lo presti?».

Risate in platea dove c’era un parterre du roi quasi tutto anti Cav, come il governatore di Bankitalia Mario Draghi, il rettore della Bocconi Mario Monti, la radicale Emma Bonino, l’ex premier Giuliano Amato e il leader del Fli Gianfranco Fini, che chiacchierava in modo fitto con Prodi. Come rosicare sognando il ribaltone.

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