Le lettrici di romanzi tengono in vita l'editoria libraria

Resa pubblica in occasione della Giornata mondiale di promozione del libro l'indagine della Nielsen sulla lettura e l'acquisto di libri. I più assidui lettori sono laureati, vivono al nord, e fanno parte del gentil sesso. Il genere più apprezzato è la narrativa (quasi il 60%)

Le lettrici di romanzi tengono in vita l'editoria libraria

Tra ottobre e dicembre, un italiano su tre ha acquistato un libro. Forse lo ha anche letto. Molti lo hanno sicuramente regalato come strenna natalizia. È un fatto, comunque, che il nuovo studio statistico commissionato dal Centro per il libro e la lettura, presieduto da Gian Arturo Ferrari, e portato a termine dalla Nielsen mette alla prova una nuovo metodo d'indagine che non si limita a censire ma monitora anche i comportamenti degli intervistati (e delle loro famiglie) nel corso di un determinato lasso di tempo.
Dai dati raccolti emerge una marcata differenza geografica. Una spaccatura che, però, non divide la penisola a metà. I più forti acquirenti di libri restano i residenti del Nord-ovest (Liguria, Piemonte, Val d'Aosta e Lombardia) che da soli costituiscono il 30% del mercato, seguiti da quelli delle regioni centrali e meridionali. Fanalino di coda, invece, il Nord-est con il 21%. L'indagine ovviamente punta su parametri più dinamici e si ferma ad analizzare il comportamento degli intervistati nel tempo. Quindi si differenzia notevolmente dalle tradizionali ricerche statistiche come l'ultima effettuata dall'Istat (vedi il tradizionale rapporto annuale) che vedeva invece nei residenti del Trentino Alto Adige tra i più forti lettori di giornali e libri.
Ovviamente il titolo di studio fa la differenza. Solo il 15 delle persone che hanno la licenza elementare ha letto almeno un libro negli ultimi tre mesi dell'anno passato. La quota sale decisamente nella casella dei laureati. Qui è il 59% degli intervistati ad aver letto almeno un libro.
Tra i generi più diffusi (e quindi più acquistati) spicca la narrativa. Da sola copre quasi un terzo dell'intero mercato librario (58 per cento). Gli acquirenti di libri, quindi, preferiscono pur sempre una bella storia raccontata in forma narrativa. È la lettura più seducente, ma anche la più facile. Ed è significativo che gli altri due generi che stanno in testa alla classifica sono la manualistica (13 per cento) e le puericultura (11 per cento). Si tratta di genere che rispondono alle domande più urgenti, quindi volumi e titoli che hanno una funzione bene precisa. Ad essi viene chiesta una soluzione immediata e pratica. L'esatto opposto del valore culturale tradizionale offerto da generi (biografi, saggistica storica e scientifica, classici) che occupano le posizioni più marginali in questa analisi di mercato.
Marginale è anche la quota dei libri digitali. Non arriva nemmeno all'1 per cento del totale (300mila copie negli ultimi tre mesi del 2010). Mentre il fattore economico è ancora un elemento determinante al momento dell'acquisto di un libro. Il 57 per cento dei libri acquistati negli ultimi tre mesi dell'anno passato sono compresi nella fascia tra i 6 e i 15 euro. E un terzo dei libri viene acquistato solo quando sono in promozione. Tra gli altri dati emersi dalla ricerca della Nielsen, segnaliamo quello sui luoghi d'acquisto. Perde quota la libreria indipendente (dove viene acquistato solo un libro su quattro) a favore di altri punti vendita (come i centri commerciali e le grandi catene librarie).
Per quanto riguarda invece la lettura, dall'indagine emerge un dato che ormai rientra nei luoghi comuni della lettura. Le donne sono lettrici più attente degli uomini (58 contro 42%), mentre l'età più adatta a questo ozio culturale sembra quella compresa tra i 35 e il 44 anni (20 per cento).
Al di là delle statistiche, però, emerge anche un dato generale di tutto rispetto. Il consumo librario produce un ricavo per gli editori di tre miliardi e mezzo di euro l'anno. Un dato che fa di questo settore il maggiore consumo culturale in Italia. È il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro a sottolinearlo nel corso della presentazione dei dati Nielsen (avvenuta proprio in coincidenza con la Giornata nazionale per la promozione della lettura).
«Nel settore del libro - spiega Giro - c'è il maggiore consumo culturale: 3,5 miliardi di euro contro i 2 miliardi dei giornali e gli 1,8 miliardi dei periodici o i 650 milioni del cinema e i 155 del teatro. Siamo fra gli otto maggiori mercati mondiali nel settore editoriale. Dobbiamo allora dimostrare un impegno maggiore per sviluppare questo settore, già assai promettente, e dobbiamo farlo in stretta collaborazione con le Regioni, i Comuni e le Province».
Secondo la ricerca della Nielsen, che ha analizzato il comportamento di 9mila famiglie su acquisto e lettura dei libri, il 33 per cento della popolazione italiana, pari a 17 milioni, ha acquistato almeno un libro nel corso del quarto trimestre 2010. Gli acquirenti sono in prevalenza laureati o diplomati, risiedono soprattutto al Nord e al Centro Italia e hanno un profilo giovane tra i 24 e i 34 anni. «Per questo - prosegue Giro - sarebbe auspicabile che da un lato i comuni si dotassero di un vero e proprio piano regolatore delle biblioteche: se si realizza una lottizzazione, accanto agli asili nido e ai servizi socio-sanitari, non dovremmo mai dimenticare l'apertura di una biblioteca civica, che favorisca l'aggregazione sociale e la crescita culturale, soprattutto a vantaggio delle fasce più deboli.

Invece, lo Stato centrale non deve mai abbandonare le sue biblioteche nazionali come quella di Roma e di Firenze, che ogni anno ricevono circa un milione e mezzo di euro, quando la biblioteca di Parigi ne riceve 254, quella di Londra 159 e quella di Madrid 52. Se è vero che abbiamo disseminate sul territorio 46 biblioteche statali, è anche vero che per questo settore si dovrebbe spendere di più, invece sempre di pensare per i milioni per il Fus».

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