Lewis beffa le Rosse: «Sono stato perfetto»

Lewis beffa le Rosse: «Sono stato perfetto»

«Grazie alla famiglia, grazie a mio padre, a chi mi è stato vicino». Dice così Lewis Hamilton dopo aver conquistato in Cina la pole fotocopia di sette giorni fa in Giappone, ancora con Raikkonen accanto. Stavolta però Felipe Massa gli sta alle spalle, non lontano, terzo, mica in quinta posizione come domenica scorsa.
La McLaren e il fenomeno inglese volano, però sul giro secco si sapeva. Come si sa che la Ferrari può fare altrettanto sul passo di gara, intoppi permettendo. Tipo la partenza kamikaze di Lewis e Kovalainen in Giappone, tipo i problemi di rifornimento e pompe della benzina di Singapore.
«Nell’ultimo giro ho fatto il possibile per avvicinarmi alla perfezione» dice Hamilton crogiolandosi pensando alla rabbia dei colleghi che dopo tanti processi per le sue bizze in pista lo vorrebbero sotto chiave e invece stanno dietro ad ammirargli le terga. Ha rifilato tre decimi a Raikkonen per cui ha motivo per gioire. Pressione? «Sto gestendo bene la situazione, penso che si noti...»
Si nota, si nota, come molti hanno notato che in Giappone Heikki Kovalainen, nel caos della staccata dopo il via, muovendosi da sinistra verso destra è sembrato accompagnare fuori pista non uno, ma due ferraristi. Bah, sarà...
Che cosa accadrà stamane in Cina? Per i due della Rossa sarebbe stato meglio trovarsi comodi in prima fila a far fuoco di sbarramento sul team inglese, non sarà così. Però, massì, buttiamola lì con molta incoscienza e simpatia: potrebbero fare un signor gioco di squadra, magari con Raikkonen che va subito in testa e tappa la smania di dominio di Lewis che in tali casi perde concentrazione e intelletto. Magari, con molta molta eleganza, Kimi potrebbe addirittura accompagnare a bordo pista Hamilton rendendo pan per focaccia. Nel caso, però, che sia mossa da intenditori, impunibile, come quella del suo connazionale sette giorni fa.
Basta fomentare gli animi con la formula uno da bar, passiamo a lui, a Felipe, l’unico in grado di allungare la lotta mondiale (Hamilton non deve conquistare 6 punti sul brasiliano, ndr). «Sono deluso, non è stata una qualifica semplicissima - ammette Felipe - e la McLaren va meglio sul giro singolo, a questo punto spero di avere un buon ritmo gara». Non è entusiasta, pare anzi un poco preoccupato e aggiunge: «È stato difficile trovare il giusto bilanciamento. Ho avuto dei problemi, speravamo di arrivare con entrambe le macchine in prima fila... però resto fiducioso... Non si può mai sapere cosa succede in gara, molte volte abbiamo visto andare bene auto che non erano state competitive nelle qualifiche... Dovremo attaccare». E che cosa dice l’ex campione del mondo che dovrà dimostrarsi molto compagno e molto scudiero? Intanto Raikkonen promette che aiuterà il compagno, che farà «tutto quello che decideremo come squadra e penso proprio che in gara potremo sfidare la McLaren alla pari... però in qualifica era difficile batterla».

Poi però aggiunge: «Possiamo puntare alla vittoria».
Tutto molto bello, ma visto che il ragazzone del nord usa sempre il pluralis maiestatis, qualcuno in Ferrari gli avrà spiegato che il noi, stavolta, non significa lui, ma quell’altro... quello di nome Felipe?

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