Anna Astrella
da Roma
«È prematuro parlare solo di cause tecniche». Non ci sta il comandante Pino Borgna, segretario dellIfsc, associazione no profit per la sicurezza del volo, a liquidare lincidente del Boeing 737 come uno schianto da attribuire a problemi tecnici senza valutare a fondo tutte le ipotesi.
Comandante le prime fonti parlano di guasto allimpianto di pressurizzazione, è possibile un guasto del genere?
«Si è possibile, ma altamente improbabile. A bordo degli aerei commerciali ci sono impianti doppi sia dellaria ossigenata che di quella condizionata. E soprattutto questi impianti sono indipendenti perché alimentati separatamente dai due motori. Anche nel caso di un guasto a uno dei due, quindi, laltro è perfettamente in grado di affrontare la situazione e non viene neanche segnalata lemergenza».
Allora si tratta di una possibilità molto rara?
«Sì e quasi sempre da attribuire a una decompressione esplosiva, cioè a un cedimento strutturale, come ad esempio la rottura di un finestrino. Ma anche in questo caso grazie allutilizzo delle mascherine che cadono automaticamente si può affrontare lemergenza. Occorrono, infatti, solo 4-5 minuti per scendere a quote più basse, intorno ai 3.000 metri, dove laria esterna è sufficientemente ossigenata, così la situazione torna alla normalità».
Cosa può essere successo allora allaereo cipriota?
«Lipotesi a cui mi viene da pensare è una contemporanea avaria allimpianto di ossigeno e di pressurizzazione. È una possibilità compatibile con quanto hanno sostenuto i piloti dei due caccia militari F16 che scortavano in volo il velivolo cipriota verso lo scalo della capitale greca. Stando alle loro dichiarazioni il pilota del Boeing era svenuto e questo fa pensare alla mancanza di ossigeno (ipossia) perché in altri casi lequipaggio, con lutilizzo delle maschere, può far atterrare laereo normalmente. In più non bisogna dimenticare che limpianto di ossigeno per la cabina piloti è autonomo; ma se da come sembra una situazione analoga si è verificata anche tra i passeggeri si tratta di un evento tecnico veramente raro perché il guasto riguarda più di un impianto di bordo. E parliamo di impianti efficienti e ridondanti».
Altri incidenti aerei analoghi nel passato?
«Non ne sono successi tanti e questo deve già far riflettere. Ricordo che in un velivolo commerciale di medio raggio alle Hawaii, nel 1988, si verificò una decompressione esplosiva, in pratica saltò un pezzo di tettoia, ma fortunatamente ci furono solo 5 vittime, cioè i passeggeri nelle vicinanze, gli altri 95 invece furono tutti salvi dopo latterraggio di emergenza.
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