Liceali fanno una bomba (grazie a Facebook)

Due sedicenni "piccoli chimici" denunciati dai carabinieri. Uno dei giovani si è ferito a una mano: l’esplosivo poteva far saltare un piano di un palazzo

Liceali fanno una bomba  
(grazie a Facebook)

Acqua ossigenata comprata in farmacia, acetone acquistato dal ferramenta, acido solforico o cloridrico o muriatico preso da uno scaffale del supermercato. Eppoi del bicarbonato per neutralizzare il prodotto finito. In una parola: «Tatp». Ovvero perossido di acetone. Quel micidiale esplosivo che, a tracce, è stato trovato sui luoghi degli attentati islamici in Inghilterra e che, pronto ad esplodere, è stato rinvenuto nelle mani di alcuni kamikaze musulmani a Bruxelles tre anni fa.
Nei giorni scorsi i carabinieri della compagnia San Martino hanno sequestrato un paio di cartoni pieni di altre sostanze chimiche e potenzialmente esplosive nel garage e nella cameretta di due sedicenni compagni di scuola. Gli studenti, lasciati i banchi del liceo scientifico Cassini, andavano a comprarsi l'occorrente e, con una cinquantina di euro, avrebbero potuto realizzare una bomba «jihadista» in grado di fare esplodere il piano di un palazzo di media grandezza. I carabinieri, quindi, si sono informati con i genitori e con gli insegnanti. Hanno ascoltato alcuni amici e poi hanno scoperto che non si trattava di novelli terroristi islamici. Né di violenti estremisti dei centri sociali o di anarchici. Semplicemente, fatto ancora più preoccupante, hanno scoperto la nuova manìa dei piccoli chimici. Oltre a sequestrare un ingente quantitativo di sostanze esplosive, i militari sono risaliti a una fitta rete di «tutorial» consigli, video, dettagliate istruzioni presenti su Internet. La bomba «jihadista» addirittura si fa su Facebook, dove uno dei gruppi più attivi è quello degli «Amici del perossido di acetone».
«Uno dei giovani - spiegano al comando provinciale dei carabinieri - ha perso il dito indice della mano destra lo scorso dicembre. Stava costruendo e testando un piccolo ordigno rudimentale utilizzando l'involucro di una comune penna a sfera e un pallino in piombo soft air uguale a quelli usati dalle pistole ad aria compressa. Ha indossato poi un paio di guanti e quando ha fatto esplodere la piccola bomba ci stava per rimettere l'intera mano perché gli è esplosa immediatamente. È soltanto grazie agli specialisti chirurghi savonesi che non ha perso l'uso di tutte le dita. Il Tatp come altre sostanze chimiche esplodenti sono pericolosissime, molto instabili e purtroppo, nei loro componenti, molto economiche e facili da reperire ovunque».
I genitori dei liceali, interrogati dai carabinieri, hanno allargato le braccia spiegando che credevano a sostanze chimiche didattiche innocue. Gli insegnanti non credevano che i ragazzini arrivassero a tanto.

Incoscienza dei giovani, ma anche degli adulti. I due alchimisti dell'esplosivo saranno interrogati in Procura e per ora sono stati segnalati per la fabbricazione, detenzione e cessione di sostanze esplodenti e aggressivi chimici non consentiti.

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