«Ligresti entra in Impregilo pensando anche ad Astaldi»

«Col ritorno nelle costruzioni avremo sinergie»

«Ligresti entra in Impregilo pensando anche ad Astaldi»

da Milano

L’ultima firma è stata posta ieri, e il nuovo assetto di Igli, la finanziaria di controllo di Impregilo, è finalmente a punto: Gavio, Autostrade e Immobiliare Lombarda (gruppo Ligresti) hanno quote paritetiche, escono Tesir (famiglia Rocca) ed Efibanca (Bpi). Antonio Talarico, amministratore delegato di Immobiliare Lombarda (la società presieduta da Paolo Ligresti) da quasi un anno perseguiva l’obiettivo dell’ingresso in Igli-Impregilo, e oggi è particolarmente soddisfatto. Perché - gli chiediamo - l’operazione è stata così tortuosa e si è chiusa alla vigilia della scadenza del preliminare tra voi ed Efibanca?
«I soci di Igli - risponde Talarico - erano impegnati a non cedere le proprie azioni fino al giugno 2008; si trattava di ridiscutere la clausola, che è stata mantenuta ma ora prevede la deroga se tutti i soci sono d’accordo. Poi ci sono state due trattative distinte: tra noi ed Efibanca per rilevare il 20%, tra i vecchi soci per la redistribuzione della quota di Tesir. Le discussioni sono state lunghe. L’ultimo scoglio è stata la richiesta di Tesir di liberare i propri amministratori da eventuali azioni di responsabilità».
Perché Tesir ha cercato di sbarrarvi la strada?
«Non lo so. In giugno, all’epoca della nostra prima trattativa con Efibanca, concordavano sul nostro ingresso: l’ho constatato in prima persona. Avevano solo chiesto che Impregilo prevedesse esplicitamente di non partecipare a operazioni immobiliari. In quella fase l’operazione non si fece per uno scostamento del prezzo di Borsa da quello che avevamo pattuito; in autunno sono ripresi i colloqui ma la Tesir ha alzato un muro, senza motivazione. Credo che avessero dei contrasti con gli altri soci, e che abbiano usato il nostro ingresso come pretesto per creare uno stallo e poi uscire».
Qualcuno ha pensato che Efibanca volesse trascinare la discussione per far scadere i termini e rinegoziare le condizioni
«Il sospetto ci stava. Il prezzo pagato lo avevamo fissato in novembre, 38,3 milioni per il 20%, 3,6 euro ad azione (ieri Impregilo ha chiuso a 4,5 euro, meno 5,7%, ndr). Ma i dottori Enrico Maria Fagioli e Mariano Aprea, di Efibanca, sono stati di una correttezza estrema».
Rientrate nelle costruzioni
«Siamo attivi in varie operazioni importanti, a cominciare da Milano (City life) e Roma. La presenza in Impregilo può essere d’aiuto; grazie al suo profilo professionale può essere un general contractor di qualità indiscutibile».
Quale sarà la governance del gruppo?
«Paritetica tra noi e gli altri due soci. In Igli avremo due consiglieri a testa, in Impregilo quattro a testa, compreso un indipendente, più presidente, amministratore delegato e un membro per le minoranze».
In che tempi le nomine?
«Tempi tecnici. Nel nostro caso le indicazioni devono venire da Fondiaria Sai e Immobiliare lombarda, poi l’assemblea ordinaria di Igli provvederà all’elezione. Nel caso di Impregilo, dopo il bilancio si dimetterà Cesare Romiti e il consiglio, già per metà dimissionario, decadrà automaticamente. A quel punto si provvederà al rinnovo».


Si farà l’integrazione con Astaldi?
«Ho sempre detto che, se si può, va fatta: è un’ottima operazione anche in un’ottica internazionale. L’idea, a suo tempo, era di costituire una holding paritetica cui affidare il controllo delle due società. Il progetto mi piace. Si tratta di vedere se ci sono i numeri».

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