«L'immigrazione senza regole ci farà perdere la nostra identità»

Nikòlaos Michaloliàkos accusa l'America di avere destabilizzato il Mediterraneo sostenendo le primavere arabe e le guerre civili che hanno scatenato l'esodo «E Onu e Ue non combattono l'invasione»

«Sono felice di parlare con un giornale italiano perché il problema dell'immigrazione clandestina riguarda soprattutto l'Italia e la Grecia». Nikólaos Michaloliákos ha le idee chiarissime. Il problema dell'ondata migratoria che sommerge l'Europa passando per la rotta balcanica dev'essere al centro del dibattito politico, ad Atene come a Bruxelles.

Quando entriamo nel suo ufficio ad Atene, il fondatore di Alba Dorata è ancora, formalmente, agli arresti domiciliari e non può allontanarsi, «per ragioni di sicurezza», dal percorso prefissato dalla polizia. Questo non gli impedisce di essere affabile e tutto sommato piuttosto soddisfatto: la sua Alba Dorata è ormai il terzo partito di Grecia, in crescita nei sondaggi nonostante l'avversità degli altri partiti politici e della stampa.

Alle elezioni del 20 settembre quello dell'immigrazione è stato il tema decisivo.

«Come potrebbe essere altrimenti? Italia e Grecia sopportano il peso peggiore dell'immigrazione e non hanno alcuna colpa».

A chi le colpe?

«Gli altri Paesi europei se ne fregano del problema. L'accordo di Dublino è pessimo per Grecia e Italia perché gli immigrati hanno grande facilità di accesso a questi Paesi, su cui ricadono, almeno in linea di principio, tutte le responsabilità».

Davvero le mancanze sono tutte dell'Unione europea?

«Nossignore. Sono stati gli Usa a provocare le guerre civili che hanno scatenato le migrazioni. Gli americani hanno aiutato moltissimo quelli che ora chiamano jihadisti».

Oltre agli Usa, chi c'è dietro?

«I fautori della globalizzazione mondiale, che vogliono far arrivare qui gli immigrati. Parlo di chi di ha il denaro, chi ha il potere, chi controlla il mondo e i mercati».

Qual è lo scopo dello scatenare queste guerre?

«Si vuole destabilizzare l'Europa. Innanzitutto distruggendone l'economia».

Come?

«Attraverso il mercato del lavoro. Com'è già stato fatto immettendo nei mercati europei tonnellate di prodotti indiani e cinesi a basso prezzo».

E le autorità che dovrebbero vigilare?

«Onu e Ue dovrebbero guardarsi dentro e cercare le responsabilità. Ma non lo faranno: non combattono questa invasione perché non hanno un'identità nazionale».

La Grecia invece che momento attraversa?

«La Grecia è uno Stato in bancarotta, con una piccola popolazione. Non può permettersi tutti questi arrivi. I greci diventeranno minoranza in casa propria».

Il governo Tsipras come sta affrontando questa emergenza?

«Syriza e Nea Dimokratia sono due facce della stessa medaglia. Votare l'una o l'altra non ha senso, sono entrambe schiave dell'Ue».

Alba Dorata rappresenta davvero un'alternativa concreta?

«Noi abbiamo sempre parlato dei pericoli dell'immigrazione clandestina, sin dagli anni Novanta. Saremo le sentinelle delle nostre frontiere, faremo pressione perché siano controllate dall'esercito e dalla marina».

Che riscontri avete nell'elettorato?

«Molto buono. L'aumento dei voti (alle elezioni di settembre, Alba Dorata ha raccolto il 7% dei consensi, il secondo miglior risultato di sempre dopo il 9% delle Europee 2014, ndr ) è dovuto proprio all'interesse degli elettori per l'emergenza degli immigrati».

Ora qual è la strategia per il futuro?

«Continueremo a denunciare il problema, per le strade, sulla stampa. Presidieremo idealmente i confini della Grecia».

Per l'Unione europea è la pietra tombale?

«A noi non interessa dell'Ue, ma solo della Grecia, come a lei dovrebbe interessare dell'Italia. Piuttosto abbiamo a cuore un'Europa delle Patrie».

Per poco che le interessi, l'Ue porta le cicatrici dei partiti come Alba Dorata.

«Partiti come Alba Dorata in Grecia o Jobbik in Ungheria hanno portato l'Unione europea al punto più basso della sua popolarità».

E l'Europa invece come sta?

«Molto bene. I partiti come Alba Dorata sono la difesa dell'Europa delle nazioni».

Gli europei l'hanno compreso?

«Lo capiscono ogni giorno di più. Il futuro è nostro».

Giovanni Masini

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