A Lisbona accadono cose strane. Può capitare di incrociare ragazze in età da matrimonio raccolte in preghiera davanti alla statua di Sant'Antonio, patrono della città insieme a San Vincenzo (che in realtà è il santo ufficiale, ma tutti festeggiano il primo), nato nella capitale lusitana nel 1195, deceduto a Padova nel 1231 e venerato in tutto il mondo come il divino protettore della felicità coniugale. Dato che il frate francescano era stato battezzato nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore, molte aspiranti sposine preferiscono pregare lì, fra le mura romanico-gotiche ricostruite in tutta la loro sacralità dopo il terremoto del Settecento.
Chi invece più che all'altare pensa a divertirsi passa i fine settimana nei ristoranti e nei disco bar dei Docas, gli ex magazzini del porto affacciati sul Tejo, un fiume largo come un mare dove i locali alla moda hanno i nomi di Bica do Sapato (www.bicadosapato.com), ristorante fusion che tra i soci fondatori annovera star come John Malkovich, e di discoteche come Lux (www.luxfragil.com), da anni regina incontrastata della vita notturna lusitana. I Docas non sono l'unico progetto di riconversione urbanistica e architettonica che stanno cambiando il volto di Lisbona. Il quartiere del Chiado, distrutto nel 1988 da un incendio, anni fa è rinato grazie al genio di Alvaro Siza, il più famoso architetto portoghese. Mentre la zona dell'Expo, l'Esposizione universale del 1988 poi diventata Parco delle Nazioni (www.parquedasnacoes.pt), ospita edifici avveniristici come l'acquario, il padiglione della realtà virtuale, le torri comunicanti tramite teleferica: ci si arriva dalla stazione d'Oriente, capolavoro dello spagnolo Santiago Calatrava, realizzata proprio per collegare la città al nuovo quartiere.
E la Lisbona antica, quella della saudade, del fado, di Pessoa e dei conventi ricoperti di azulejos? Esiste ancora, certo, e merita di essere scoperta, simbolo dopo simbolo. Il primo, il fado, un canto impregnato di malinconia che risente dell'influsso degli schiavi africani, vive nelle atmosfere rarefatte dei locali dell'Alfama. Un quartiere dall'anima araba dove il futuro avanza a colpi di restauro, fra piccoli ristoranti dove il baccalà, piatto nazionale portoghese, viene servito con accompagnamento musicale, e un museo che commemora con dischi e video l'evoluzione di questo genere musicale e la storia dei suoi grandi interpreti come la cantante Amália Rodrigues (www.museudofado.pt). Le tracce di Fernando Pessoa, da molti considerato il più grande poeta del XX secolo dopo Neruda, si cercano al restaurante Martinho da Arcada dove Pessoa ordinava piatti fumanti di baccalà (in Praça do Comércio, la più bella piazza di Lisbona incorniciata da portici e aperta sul fiume), e al Café Brasileira in rua Garrett, al confine fra il Chiado e la Baixa, dove beveva il caffè e incideva massime nel Libro dell'Inquietudine, una specie di diario con il quale consegnava alla storia ritratti di una città imbevuta di nostalgia e desiderio («Non ci sono per me fiori che siano paragonabili al cromatismo di Lisbona sotto il sole», scriveva Pessoa).
I conventi, altro simbolo dell'anima lusitana, vantano una superstar assoluta come il Monastero dos Jerónimos, in stile manuelino: è considerato il più importante monumento della capitale ed esibisce, oltre a un chiostro incantevole e due portali ricamati come merletti, le tombe di Vasco da Gama e di Pessoa. Un altro monastero da non perdere è il Convento Madre de Deus con il Museo nazionale dell'Azulejo, ma si trova nella via omonima dall'altra parte della capitale. Prima di spostarsi conviene visitare la Torre de Belém che commemora l'era delle scoperte geografiche, proprio davanti al Monastero dos Jerónimos, il Centro Cultural de Belém, polo multiculturale dedicato a musica-teatro-cinema-danza firmato dagli architetti Manuel Salgado e Vittorio Gregotti, e la storica, affollatissima Antiga Confeitaria de Belém (www.pasteisdebelem.pt). Il suo pastéis, un dolce dalla ricetta segreta inventata dai frati, è il più buono della città: non a caso ne sfornano 10.000 al giorno
Gli azulejos possono aspettare
Per informazioni: Turismo de Lisboa Visitors & Convention Bureau, Rua do Arsenal 23, tel. +351.210.312700, www.visitlisboa.com Viaggi organizzati: King Holidays (www.kingholidays.
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