Ma la prima lista fatta in suo nome non ha superato lo 0,5 per cento

da Genova

Si ispiravano al «suo» messaggio, e a un certo punto della campagna elettorale per le comunali, in quella Genova da sempre, inossidabilmente rossa, avevano anche sperato di strappare almeno un consigliere grazie all’ascendente del comico-predicatore. Invece, alla vigilia del voto, Beppe Grillo li ha in qualche modo sconfessati: «Ci ha detto - ricorda Michelangelo Trombetta, candidato sindaco e uno dei leader della lista PiGreco-Movimento di partecipazione - che eravamo fuori, avendo formato un partito. Anzi, peggio: che eravamo entrati nel meccanismo del potere, proprio quello che lui non voleva assecondare. Per noi, confermo, non ha speso una parola». Risultato: la lista PiGreco ha ottenuto 1.242 voti, lo 0,48 per cento. Una débâcle, che molti degli aderenti hanno attribuito anche al dietro front di Grillo, pur tante volte blandito nel suo blog. E ora, di fronte all’annuncio di «discesa in campo», i commenti diventano al vetriolo: «È un egocentrico, sta scherzando col fuoco - insiste Trombetta -. Ci vorrebbe più umiltà, non è così che si tratta con le persone che gli avevano manifestato simpatia e condivisione». L’accusa è spietata: «Fino a ieri diceva: niente partiti. Ora, invece... E poi, cos’è questa storia del bollino blu sulle liste? Ci vuole l’imprimatur di Grillo, la sua certificazione di trasparenza su beppegrillo.it, prima di formare la lista? Non scherziamo - conclude Trombetta -.

Noi di PiGreco abbiamo già tutti i requisiti, siamo nati all’insegna della partecipazione diretta dei cittadini. Ma, proprio per questo, vogliamo partecipare sempre, col voto. Insomma, Grillo ci ha deluso. E soprattutto oggi non pretenda di dire lui se siamo uno dei partiti cui non bisogna iscriversi».

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