A Liverpool niente trucchi Ancelotti: «Qui sono seri»

È bello assai leggere e ascoltare che i fatti di Lazio-Inter hanno avuto una madre di tutte le porcate in Inghilterra, nello stesso pomeriggio, addirittura nel tempio dove nessuno camminerà mai solo, Anfield. Si giocava Liverpool-Chelsea, dunque, e stando a certe correnti di pensiero e di racconto, i rossi del Mersey avrebbero concesso il tappeto, rosso anche quello, ai signori di Londra, così tanto per fare un dispetto ai rivali di cinquanta miglia più in là, quelli del Manchester United, per evitare loro di arrivare al titolo numero 19, superando il 18 che condivide con il Liverpool comunque più carico di coppe dei campioni (5 a 3). “Cockneys for a Day”, londinesi per un giorno, avevano scritto anche su uno striscione i tifosi del “Pool”. Poi, quando Steve Gerrard, dicono le correnti di pensiero di cui sopra, ha passato indietro il pallone verso il proprio portiere Reyna, favorendo l’intrusione e il gol di Drogba, allora si è capito che la torta aveva anche la candelina.
Strano che gli stessi non abbiano ricordato che Gerrard non sia nuovo a imprese del genere: ad esempio fece lo stesso, palla indietro e gol avversario, nella finale di Carling cup del 2005, giorno ventisette di febbraio, quando Mourinho e il Chelsea alzarono la coppa al cielo dopo i supplementari e il Liverpool di Benitez fu costretto ad arrendersi per 3 a 2 dopo l’1 a 1 dei 90 regolamentari, proprio la gaffe di Gerrard aveva permesso il pareggio. Ne volete un’altra? Pareggio in campionato dell’Arsenal con Henry, sempre su passaggio affrettato e arretrato di Gerrard e topica con il botto, al campionato europeo del 2004, quando la Francia superò su rigore l’Inghilterra, la causa? Passaggio di Gerrard all’esterrefatto portiere James che per anticipare Henry lo stende, Zidane trasforma il rigore, passa la Francia e Inghilterra out.
Torno ad Anfield. A parte lo striscione, non un solo fischio o insulto, dei tifosi, contro la propria squadra, non un applauso ai due gol del Chelsea mentre i tifosi dei Blues cantavano: «Voi siete la storia antica…» e «Carlo, Carlo facci un segno». Finalmente abbandonato il totem Mourinho, l’unico uomo vero in un calcio finto (ma domenica sera a Roma, in verità, la partita era più finta di una moneta da tre euro), alleluia per Ancelotti che può arrivare al doppio colpo, campionato e coppa d’Inghilterra.

Il Liverpool addomesticato? Sì, dai tempi supplementari di giovedì sera contro l’Atletico di Madrid in Europa league ma mai morto contro il Chelsea: «Qui sono persone serie» ha commentato Ancelotti. Qui in Inghilterra, voleva dire.

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